Chi vuole la Superlega, si mette fuori dal calcio. È durissimo il pronunciamento che arriva da Zurigo attraverso un documento congiunto di Fifa, Uefa e tutte le altre confederazioni continentali. Uno schiaffo a freddo ai progetti dei grandi club europei, all’idea di un campionato transnazionale a inviti, riservato ai ricchi, senza promozioni né retrocessioni, sul modello dello sport professionistico americano. Non è un caso che l’altolà delle istituzioni calcistiche internazionali sia arrivato un paio di giorni dopo un lungo colloquio fra Andrea Agnelli e il presidente del Real Madrid, da tempo capofila dei propugnatori della Superlega. Il patron juventino, che in passato si era detto favorevole, ultimamente era stato invece più prudente nelle sue esternazioni, anche per il suo nuovo ruolo di presidente dell’Eca, l’Associazione di tutti i club europei.
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Probabilmente ha capito che i tempi non sono maturi per il varo di questo progetto e ne ha parlato con Florentino. Ma i lavori sono in corso e debbono essere arrivati a buon punto se Infantino e tutti i presidenti delle Confederazioni continentali hanno sentito il bisogno di firmare in prima persona il documento di condanna. I presidentissimi non soltanto annunciano che una Superlega europeo non sarebbe mai riconosciuta come valida, ma avvertono anche che «ogni club e ogni giocatore coinvolto in una tale competizione non sarebbe più autorizzato a partecipare a nessun torneo organizzato dalla Fifa o dalle rispettive confederazioni».
CONSEGUENZE
Ora però Fifa, Uefa e le altre autorità calcistiche non potranno più soltanto dire no o fare da spettatori. Il durissimo impatto della pandemia sul mondo del pallone rende necessario che si studino nuove formule per reperire risorse necessarie per sopravvivere e per riconquistare l’interesse delle più giovani generazioni. Tolta di mezzo l’ipotesi Superlega, e meno male, qualcosa dovrà comunque cambiare.