«Un arbitro donna in serie A? Nel giro di due anni spero di riuscirci». La promessa di Alfredo Trentalange, numero uno dell’Aia, sembra proprio che non sia destinata ad essere una promessa da marinaio. Anzi, ormai è chiaro che il grande giorno sia molto vicino. Dopo aver visto ieri a Cagliari all’opera Maria Sole Ferrieri Caputi, mandata da Gianluca Rocchi a dirigere il match di coppa Italia tra i sardi e il Cittadella la strada è tracciata. Perché quella di ieri è stata la prima volta di un arbitro donna con una squadra di serie A. Novità (epocale) che non è diventata un evento mediatico, segnale, probabilmente, di una crescita anche culturale del mondo del calcio capace, almeno in questo caso, di non far pesare le differenze. In precedenza, più attenzioni aveva suscitato il debutto in serie B della campana Maria Marotta, che lo scorso 10 maggio era diventata la prima arbitro-donna a fischiare nel campionato cadetto Reggina-Frosinone.
PROMOSSA
Ieri sera, per vederla all’opera a Cagliari (gara conclusa sul 3-1 per i sardi) in tanti si sono sintonizzati sulla Sardegna Arena.
DOTTORANDO
Nata a Livorno 31 anni fa, la Ferrieri Caputi fa parte della Can C ed è anche arbitro internazionale nel calcio femminile. Nella vita è ricercatrice alla fondazione Adapt (l’Associazione per gli studi internazionali e comparativi in materia di lavoro) e dottoranda all’università di Bergamo. Nell’Aia è entrata nel 2006, a 16 anni, grazie a un volantino che propagandava un corso arbitri, trovato sulla sella del suo motorino parcheggiato all’uscita del Liceo. Dopo le giovanili e i cinque anni trascorsi tra i dilettanti, è arrivata la promozione nella Can C nella stagione 20-21. In Lega Pro ha diretto sedici gare, sei delle quali nel campionato in corso. Poi il debutto in serie B nello scorso mese di ottobre, arbitrando la sfida tra Cittadella e Spal (terminata senza reti) seguendo l’esempio della campana Maria Marotta. Due nomi da segnare sul taccuino, perché presto le vedremo entrambe in serie A. Sicuro.