I cent'anni della sezione Aia di Napoli: «Un orgoglio della nostra città»

L'iniziativa organizzata dall’internazionale Fabio Maresca e dai suoi due vice Francesco Paciolla e Lucio Mele

La celebrazione
La celebrazione
di Pino Taormina
Giovedì 2 Novembre 2023, 06:38
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Alla grande festa per i 100 anni della sezione Aia di Napoli, organizzata dall’internazionale Fabio Maresca e dai suoi due vice Francesco Paciolla e Lucio Mele, c’erano anche gli altri due fiori all’occhiello degli arbitri della Campania, ovvero Marco Guida (finalmente risollevato dopo i problemi fisici dell’ultima stagione) e l’assistente Ciro Carbone che a dicembre era in campo nella semifinale in Qatar tra Argentina e Croazia. Nella Sala dei Baroni, accolti da Gaetano Manfredi, uno al fianco dell’altro c’erano i big dei fischietti della nostra serie A: Orsato (reduce dalla direzione al Maradona di Napoli-Milan), Massa, Valeri, Mariani, Fabbri, Doveri, Irrati, Di Bello e tanti altri. E tra gli ospiti anche il direttore del Mattino, Francesco De Core, l’arbitro benemerito Liberato Esposito, il presidente del comitato regionale Figc Carmine Zigarelli, il presidente Ussi Gianfranco Coppola, l’assessore allo sport Emanuela Ferrante.  Ieri sera tutti insieme con le proprie famiglie ospiti dei cugini Michele Giugliano a Villa D’Angelo-Santa Caterina, poi ieri tutti a pranzo a bordo della Costa Toscana, con spettacolo pomeridiano. Cento anni di storia (in realtà 102, ma per via del Covid la plenaria è slittata di due anni). Per Maresca è l’occasione per celebrare la storia della sezione. E allora cita Carlo Garozzo, Aniello Mazza, Agostino Gamba, Demetrio Stampacchia, Gennaro Marchese, Ottavio Anzano, Enrico Romano, Nicola Continillo, Enzo Montesarchio, Salvatore Lombardi, Gennaro Colella, Francesco Golia, Pasquale Lauretano, Giuseppe Fonisto, Paolo Gregoroni.

Maresca ha aperto alla possibilità di un confronto pubblico davanti alle telecamere: «Credo che questo in futuro possa avvenire.

Dobbiamo sempre tenere conto che le vicende legate alle partite devono sempre passare attraverso il comunicato del Giudice Sportivo. In passato è stato fatto qualche esperimento pilota ma questa apertura verso i media trova la nostra totale disponibilità perché quando un errore viene spiegato e descritto noi siamo i primi consapevoli e i critici più feroci di noi stessi. Io personalmente, ma sono sicuro che la cosa varrà anche per i miei colleghi, non avrei nessun problema a mostrare le immagini delle mie gare e a spiegare ai ragazzi giovani quale motivo mi ha spinto a commettere quell’errore e come cercherò di non farlo in futuro. La nostra carriera si fonde su questo principio».

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