La Salernitana va in ritiro: la retromarcia di Sabatini

Gli allenamenti continueranno regolarmente al Mary Rosy

Crisi senza fine, la Salernitana spedita in ritiro
Crisi senza fine, la Salernitana spedita in ritiro
di Alfonso Maria Avagliano
Lunedì 11 Marzo 2024, 09:47 - Ultimo agg. 11:09
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Da stasera la Salernitana va in ritiro. L'ennesimo, stavolta più lungo e magari punitivo per davvero. Non più tardi di due settimane fa Walter Sabatini diceva che «il ritiro punitivo è un'invenzione bellica, non ha senso. Si va in clausura per tenere i giocatori uniti intorno al progetto». Il misero punto in due partite contro Udinese e Cagliari che, di fatto, condanna i granata alla B ha evidentemente fatto cambiare idea a lui ed al presidente. Fazio e compagni soggiorneranno in provincia, come comunicato ieri sera dal club granata, ma continueranno ad allenarsi al Mary Rosy in vista del Lecce. Più che ritrovarsi, c'è da fare mea culpa e tirare fuori l'orgoglio per il finale. Inutile ricercare ostinatamente un capro espiatorio.

In testa c'è il capo dell'azienda. Cosa farà Iervolino ora? E da grande, nel mondo del calcio? La retrocessione bussa al citofono e pian piano salirà le scale.

Starà al presidente raffigurarla di nero incappucciata e con falce alla mano o di aspetto più gentile, pronta a donare un paracadute. Quello economico (25 milioni) non basterà a colmare le perdite (-29 al 30 giugno scorso, saranno minori ma non di molto nell'esercizio corrente) e a far fronte all'eventuale prossimo torneo in B con pesanti contratti e ridotti introiti (si passerebbe da circa 30 a 5-6 milioni di diritti tv, per esempio). Incalcolabile il danno di immagine personale del patron, all'origine intenzionato a cambiare un sistema che, direttamente o indirettamente, lo sta ricacciando via. Il nuovo che avanzava adesso arretra ma tocca a lui decidere se prendere o meno la rincorsa. L'imprenditore palmese rimugina. La piazza gli chiede di "metterci la faccia" (ma appena sette giorni fa era al Mary Rosy, nda) e la divulgazione chiara delle strategie per la pianificazione del futuro. Tre opzioni.

La prima è rilanciare (investendo di nuovo, come nel primo anno e mezzo di sua gestione, dopo aver sostenuto la sostenibilità nell'anno che sta per terminare) ed allestire una rosa in grado di tornare subito in A. E se decidesse di rimettere a posto i conti programmando un campionato di assestamento per poi provare a risalire entro tot anni? Altra strada possibile, non trascurabile. Nel caso, da chiarire subito. E poi c'è l'ipotesi di cessione, integrale o parziale, magari accogliendo nuovi soci di minoranza che possano aiutare a tornare alla prima opzione. Al momento non ci sarebbero piste calde.

«Mi piacciono le battaglie, che si possono anche perdere. Voglio una vita impavida con la spada in mano. Non ho paura delle sfide difficili, mi ritemprano. Non ho mai pensato di abbandonare la Salernitana nei momenti di crisi», diceva Iervolino tre mesi fa, prima del mercato e dell'accelerazione di una caduta rovinosa che rischia di creare più fratture. Forse immaginava di aggiustare le cose. Ripartire dalla cadetteria è sfida difficile e pure stimolante? Chissà. Sempre a dicembre, nella sua ultima conferenza, Iervolino aveva detto di non aver ricevuto offerte per rilevare il club, «tantomeno ci sono stati imprenditori locali che hanno pensato a noi per sponsorizzarci ma nella mia vita non escludo nulla. Per il bene della Salernitana farei tutto: darei a mani migliori, a gruppi, valuterei un affiancamento, qualsiasi cosa». 

 

Così l'ad Maurizio Milan venti giorni fa: «È una sfida sportiva, manageriale e di impresa. Si vince e si perde, l'importante è rialzarsi e avere chiaro l'obiettivo. Si va avanti in ogni caso, anche se dovessimo retrocedere. Nella vita tutto può essere cedibile ma ora non è nei nostri pensieri». Mentre ci si mette in (dignitosa) attesa della matematica, le ultime curve saranno utili per capire chi può e vuole far parte ancora del progetto. Sabatini sui social si è autoaccusato ma anche autocandidato alla riconferma («Dopo il campionato agiremo per il meglio»): se sarà così, potrebbe aver bisogno di uno o più dirigenti operativi. Ma un cambio di rotta anche dietro la scrivania è tutt'altro che da escludere. «Mi sono appoggiato a operazioni che pensavo si chiudessero in fretta, invece si sono diluite nel tempo. Ho lasciato la squadra sguarnita perché nel frattempo ho ceduto dei difensori e non ho preso tempestivamente i sostituti. Carenza che ha scontato l'allenatore più di tutti», ha recentemente detto il diggí riferendosi a Inzaghi. Non sembrano essere all'orizzonte nuovi cambi in panchina. Salvo sorprese, si chiuderà con Liverani. Poi toccherà riprogrammare, possibilmente con anticipo.

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