Nuove consapevolezze dalle parti del Mary Rosy. La Salernitana ristampa una delle pagine più lette del manuale delle frasi fatte del mondo del calcio: sì, è possibile «giocarsela con tutti e su ogni campo» come fatto, ad onor del vero, pure nella precedente gestione tecnica contro Lazio e Juventus. Una pagina che si era sgualcita. Ieri pomeriggio la squadra ha ripreso ad allenarsi. Sa che il difficile arriva adesso, perché finora dopo grandi prestazioni su palcoscenici prestigiosi è sempre mancata la conferma interna. Anzi, è spesso arrivato lo scivolone. Due esempi: il ko contro il Lecce dopo il 2-2 dello Stadium, il pareggio col fanalino di coda Cremonese che seguì l'emozionante exploit dell'Olimpico.
Sabato all'Arechi arriverà il Bologna (prevendita a quota 5965 di cui 102 ospiti). Il risultato pieno servirebbe ad andare alla sosta di fine marzo con relativa tranquillità, dato che il 2 aprile si tornerà in campo nello scontro salvezza a La Spezia, dove occorrerà avere la possibilità dei due risultati su tre, considerando la vittoria dell'andata; il segno X manterrebbe avanti i granata in caso di arrivo a pari punti. Buona parte di questa serenità dipenderà dal finale di Sampdoria-Verona, in programma domenica. Le nuove consapevolezze dell'ippocampo si concretizzano soprattutto in difesa. Tenacia, reattività, concentrazione, pure quel pizzico di fortuna mai casuale.
La fase difensiva regge perché il gruppo si è compattato apprezzabile la presenza a San Siro di Ekong con i compagni, nonostante l'infortunio ma soprattutto tutti corrono tanto e bene. L'allenatore ha visto la «squadra intensa per novanta minuti» che si aspettava agli albori della sua esperienza in Campania. Contro Giroud e soci la Salernitana ha percorso, sommando le orme di tutti gli effettivi, ben 118,4 chilometri, il secondo miglior dato della 26ma. Lassana ne ha fatti da solo 12,3 (sesto in A nel weekend). «Primo punto della storia granata a San Siro, non sarà l'ultimo. Focus sul Bologna alla ricerca della vittoria», il post social del maliano. Per il cipriota Kastanos, pure lui chiamato in Nazionale, il punto «vale una tonnellata, è voluto, sudato e conquistato». A proposito di web, è sempre più virale la Memo-mania. I tifosi Alessandro Lamberti e Siro Amendola, i due «Ochoa boys», sono stati premiati dal portiere: parrucca, fascetta e maglietta numero 13, si travestono sia in casa, sia in trasferta e a fine gara hanno ricevuto il lancio del pantaloncino dal messicano. Scena immortalata da Dazn, (altro) giro di Instagram assicurato.
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