La Salernitana si copre, adesso rischia Gabionetta

La Salernitana si copre, adesso rischia Gabionetta
di Alfonso Maria Avagliano
Venerdì 4 Dicembre 2015, 07:43
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Vicenza-Livorno sola andata, il problema sarà rendere dolce il ritorno a Salerno. Antivigilia di campionato col luogo comune (mai così calzante): «Tutti sotto esame» prima della doppia trasferta, «tutti sono utili e nessuno è indispensabile». Gabionetta in primis.

Al Menti con quale modulo? Dubbio in mediana, tra rombo o quattro in linea. Dovrebbe essere abbandonato (ancora) il 4-3-3, peraltro atteggiamento fisso degli avversari. Non c’è modo di proporlo, troppi gli assenti e i fuori forma, al di là delle falle in rosa. Due alternative: coprirsi di più col 4-4-2 mirando alla superiorità a centrocampo e ad almeno un punto in uno stadio tradizionalmente ostico, oppure giocare più a viso aperto col 4-3-1-2.

Nel primo caso il sacrificato di lusso sarebbe Gabionetta, quello che avrebbe potuto «giocare anche con una gamba sola» e che oggi invece è «oggetto di valutazioni come tutti, c’è bisogno di gente al top». Sarà un trionfo indovinarne undici. Peccato non poter proporre il 3-5-2 spesso salvavita del tecnico di turno: manca il minimo sindacale di centrali, Bernardini andrà forse in panca ma potrà essere effettivamente utilizzabile da Livorno, dove lo staff (che cerca di accelerarne ulteriormente il rientro) farà leva sulla voglia del giocatore, che al Picchi sarà gradito ex.

Squalificato Sciaudone, inconcludente contro Pro Vercelli e Spezia, tra le poche certezze c’è la coppia d’attacco Coda-Donnarumma. Non manca loro l’abnegazione, si completano perché uno fa lavoro sporco e sforna assist (anche se non vede la porta come ci s’attendeva) e l’altro segna. Pazzesca la media dell’ultimo mese per l’ex Teramo: la butta dentro ogni 36 minuti.

Assodato pure che – tra bocciati e infortunati – in difesa non c’è scelta (Colombo-Lanzaro-Empereur-Rossi, con Strakosha pronto a tornare titolare dopo il turnover di Tim Cup), a Torrente resta da capire come riempire il panino. Conosce a menadito i pregi di Galano, l’ha allenato a Bari: assieme all’altro esterno offensivo, Giacomelli, è tra i più pericolosi del Vicenza. Una delle soluzioni ipotizzate per arginare entrambi è un centrocampo a quattro, solido e nel contempo dinamico: Moro-Odjer a far legna e ripartire nel mezzo, Bovo e Perrulli (ex della gara) sugli esterni, con obbligo di dar manforte ai terzini.

Soluzione simile fu adottata nella disfatta di Crotone, dove però in mezzo con Moro non c’era il motorino Odjer ma il più compassato Pestrin, mentre a destra da ala pura agiva Gabionetta, che ala non è. E avrebbe dovuto aiutare l’esordiente Pollace sulle folate di Stoian. Il ricordo dello Scida fa ancora rabbrividire ma rispetto a Crotone ci sarebbe più equilibrio, data anche la presenza di Colombo.
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