Casertana in cassa integrazione:
così il club rossoblù respira

Casertana in cassa integrazione: così il club rossoblù respira
di Domenico Marotta
Giovedì 14 Maggio 2020, 11:30
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Via libera alla cassa integrazione anche per i calciatori. Dopo il pagamento degli stipendi di febbraio avvenuto in queste ore, l'annuncio di ieri apre un ulteriore spiraglio per la Casertana come per tutte le società del calcio professionistico. I club potranno accedere ad un contributo statale pari fino all'ottanta percento degli emolumenti dovuti ai calciatori per il periodo di inattività. E le buone notizie arrivano anche per i collaboratori sportivi che dovrebbero beneficare di pari incentivi. Una boccata d'aria per i club che in questo modo potranno ammortizzare le perdite che l'emergenza ha cagionato. Difficile quantificarle, soprattutto in serie C, ma tra i capitoli di entrata in rosso ci sono certamente i mancati incassi al botteghino.

Particolarmente sfortunata la Casertana che nelle ultime quattro gare da giocare al Pinto aveva in calendario incontri di cartello che avrebbero certamente fruttato cifre importanti. I falchetti, infatti, avrebbero dovuto affrontare il Teramo e poi, soprattutto la Reggina, il Catania e la Ternana. Tre gare le ultime tre, da pubblico delle grandi occasioni. La Reggina capolista e vicina alla vittoria del campionato avrebbe certamente affollato le tribune del Pinto come i rivali del Catania e gli storici amici della Ternana che già pregustavano il momento di ricambiare la visita dei casertani a dicembre scorso. Ed anche la trasferta di Bari, all'ultima di campionato e magari con la promozione ancora in bilico (se i pugliesi avessero rosicchiato qualche punto alla Reggina) avrebbe portato buoni incassi alla Casertana in termini di percentuale dei biglietti venduti spettanti alla squadra ospite. Insomma perdite per qualche decina di migliaia di euro, senza contare gli eventuali playoff, rispetto al preventivo di inizio stagione. E poi bisogna contare anche i soldi persi dal club per l'ultima tranche dei contributi per il minutaggio e forse, qualche rateo della sponsorizzazione. Mancati guadagni consistenti che in buona parte potranno essere pareggiati attraverso l'accesso alla cassa integrazione in deroga. Buona notizia dunque per D'Agostino che non ha ancora chiarito lo stato attuale di salute del cluB.

Probabilmente il presidente aspetta di conoscere il destino di questa stagione: la Lega Pro (tra i voti favorevoli in assemblea anche quello della Casertana) ha votato per lo stop al campionato ma si tratta solo una proposta che va ratificata dalla Figc. Ed il supremo organo calcistico nazionale, per bocca del presidente Gravina (peraltro legato al presidente D'Agostino da un rapporto di grande cordialità) ha già fatto sapere che l'orientamento generale è tutt'altro. Ritorno in campo, questo l'obiettivo a cui puntano almeno la A e la B mentre la Lega nazionale dilettanti vorrebbe l'apertura della graduatoria dei ripescaggi in C che invece la Lega Pro propone di bloccare. Un vero rompicapo che solo il Consiglio federale risolverà una volta che si sarà riunito, probabilmente dopo la promulgazione del prossimo decreto governativo anti Covid. Sul punto però, si sono espressi con chiarezza gli ultras europei. Con un comunicato diffuso ieri, infatti, centinaia di curve italiane, ma anche francesi e spagnole, hanno manifestato la loro contrarietà al ritorno in campo che, secondo le tifoserie, è programmato per ragioni solamente economiche, in spregio alla natura di sport popolare che il calcio ha.
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