Casertana mangiagol, Panarelli: «Se qualcuno non se la sente parlerò con diesse e società»

Secondo zero a zero consecutivo: il blocco è psicologico

Contro l'Arzachena ancora uno zero a zero
Contro l'Arzachena ancora uno zero a zero
di Domenico Marotta
Martedì 15 Novembre 2022, 09:28 - Ultimo agg. 12:16
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Cambia l'avversario, non il risultato. Ancora uno 0-0 per la Casertana di Panarelli, il secondo consecutivo, questa volta in casa contro l'ambiziosa Arzachena. Il canovaccio della partita però è identico a quello di sette giorni fa: falchetti con le mani nei capelli a disperarsi per aver fallito occasioni ancor più clamorose di quelle di Artena, addirittura un calcio di rigore. Il problema non può essere tecnico: in batteria la Casertana ha calciatori che l'anno scorso, hanno realizzato oltre 50 reti in totale. Favetta, Ferrari, Bollino, Turchetta e Vacca sapevano segnare pochi mesi fa e non possono aver dimenticato come si fa.

Solo parzialmente il problema può essere di condizione atletica, visto che la squadra è partita per il ritiro estivo con ampio anticipo e che di grossi infortuni non ce ne sono stati.

E allora, come sottolineato da mister Panarelli, l'unica cosa che manca alla Casertana di questo momento, la finalizzazione, è problema da imputare ad un fattore psicologico. Nel dopogara sul volto dei calciatori, erano chiaramente dipinti i sentimenti della delusione per l'ennesima occasione sprecata e della preoccupazione per il Sorrento capolista che è scappato a più nove. Ed il passo dalla delusione alla disillusione è breve: la sicumera di inizio stagione, l'unanime favore del pronostico che tutti tributavano alla Casertana può trasformarsi, nella mente dei pur esperti calciatori rossoblù, in incertezza, paura di non riuscire. Così ogni pallone diventa pesantissimo, quasi come quello che vale una carriera. Ed il passo dalla conclusione alla rete, da breve e comodo, si trasforma in una scalata lunghissima, apparentemente insormontabile.


Panarelli, in sala stampa, ha messo in parallelo l'ambiente di Sorrento con quello di Caserta: la capolista non ha pressioni e ottiene con più facilità quello che i falchetti devono conquistare con sforzi immani. E per chiudere occhi e orecchie di fronte a tutto quel che non attiene strettamente al compito apparentemente semplice di spingere la palla in rete, ci vogliono specifiche qualità. Le pressioni dell'ambiente, che giustamente pretende la vittoria del campionato, stanno schiacciando una corazzata fortissima nei piedi ma forse ancora debole nella mentalità. «Per parlare di mercato è presto, ma se qualcuno non fosse pronto per giocare a Caserta ha detto Panarelli ne parlerò con diesse e società e loro prenderanno le decisioni opportune».

Due partite da qui all'apertura della finestra dei trasferimenti invernali. E sono due partite che la Casertana non può proprio sbagliare: domenica al Pinto arriva l'Atletico Uri (calcio d'inizio alle 14), poi lo scontro diretto in casa del Sorrento. Arrivare a fine novembre con un margine da recuperare superiore agli attuali nove punti, non si può. La salita verso la promozione diventerebbe ripidissima, anche in caso di accorgimenti di mercato. E allora la squadra, dopo il cambio di allenatore, non può far altro per trovare dentro di sé le energie utili a trasformare in voglia di riscatto l'attuale delusione e preoccupazione.


In mezzo, domani, c'è la gara di coppa contro l'Aversa. Un derby che ha poco sapore vista la relativa importanza della competizione tricolore. «Tutte le partite ufficiali vanno giocate per vincere» ha detto Panarelli. E così è: però il campionato riveste tutta un'altra importanza e la C la si può riconquistare solo vincendo quello. Presumibile che domani al Pinto contro i normanni, il mister dia spazio ad un ampio turn over: un po' per non affaticare quelli che giocano di domenica, un po' anche per vedere all'opera quei calciatori che il tecnico conosce meno degli altri.
 

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