Acerbi, Juan Jesus e il razzismo: adesso è guerra social

Il difensore dell'Inter rischia 10 giornate di squalifica

Juan Jesus con l'arbitro Federico La Penna
Juan Jesus con l'arbitro Federico La Penna
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Martedì 19 Marzo 2024, 07:09 - Ultimo agg. 17:59
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Juan Jesus lo aveva perdonato, definendolo «persona intelligente». Ma, dopo averlo visto in tv, dopo aver ascoltato la novella del suo finto pentimento, la tesi del fraintendimento («non ho mai detto nessuna frase razzista»), ha cambiato atteggiamento. Di passare per un bugiardo non ci sta. E quella mano tesa l'altra sera a San Siro è diventata un pugno: «Acerbi mi ha urlato: “vai via nero, sei solo un negro”. Il razzismo si combatte adesso e ora». Il brasiliano scrive un lungo post, dopo aver riflettuto a lungo. No, basta volgere l'altra guancia. Le scuse, ora, non sono più gradite. E il brasiliano va all'attacco, dopo essere passato persino per omertoso. «Per me la questione si era chiusa domenica in campo con le scuse di Acerbi e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire. Però leggo dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la realtà dei fatti, con quanto detto da lui stesso sul terreno di gioco e con l'evidenza mostrata anche da filmati e labiali inequivocabili in cui mi domanda perdono. Così non ci sto. Acerbi mi ha detto “vai via nero, sei solo un negro”. In seguito alla mia protesta con l'arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: “per me negro è un insulto come un altro”. Ha cambiato versione e sostiene che non c'è stato alcun insulto razzista». Ecco, Juan Jesus dirà tutto questo anche nei prossimi giorni, in Procura federale, perché la Figc ha aperto un procedimento: no, ora per il difensore del Napoli non è più una questione di che si apre e si chiude in campo. Perché passare per bugiardo, per visionario, proprio non ci sta.

La bufera

Francesco Acerbi è travolto da una bufera: viene mandato a casa dalla Nazionale, rischia fino a 10 giornate di squalifica (se viene riconosciuta la matrice razzista dell'insulto) e l'Inter «chiederà spiegazioni». L'indagine della Procura della Figc prevede nei prossimi giorni l'audizione dei due calciatori. «Non ho mai detto nessuna frase razzista, sono molto sereno. Sono un professionista da vent'anni e so quello che dico, nessuna parola di quel tipo è uscita dalla mia bocca. È stato lui che ha frainteso. Dispiace aver lasciato la Nazionale, al razzismo dico vaff...», la difesa a oltranza di Acerbi che ha scatenato la reazione del brasiliano. Nel referto La Penna racconta della denuncia verbale di Jesus, del fatto che Acerbi ha provato a giustificarsi già in campo. Ci vorrà un po' di tempo. La violazione dell'articolo 28 sui comportamenti discriminatori prevede pene molto pesanti. La sanzione, al momento, è l'esclusione dalla tournèe in Usa con l'Italia. È una giornata intensa, piena di prese di posizioni: la Lega è infuriata, ha in campo per due giornate uno spot contro il razzismo, tappezza gli stadi con frasi a effetto e si ritrova un episodio del genere nella gara clou della giornata. Ad Acerbi, quando arriva all'Acquacetosa, gli comunicano che con questa macchia addosso non può indossare la maglia dell'Italia. Viene escluso. I social si scatenano: sui suoi profili viene sommerso di insulti. E c'è chi ricorda quella volta che difese la curva laziale contro i “buuu” a Koulibaly. «Non si possano interrompere le gare ogni volta che senti un centinaio di ignoranti intonare cori razzisti». Ovvio, colpisce che a chiamare «negro» (questa è l'accusa) sia un 36enne che ha in squadra Thuram, Dumfries, Bisseck, Cuadrado e Buchanan. Nel dopo gara Osimhen ha chiesto spiegazioni a Jesus ma il brasiliano ha subito smorzato. La Federcalcio non ha toni inquisitori. «È emerso che non vi è stato da parte sua alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista» ma che è stato deciso di escludere il giocatore «per garantire la necessaria serenità alla Nazionale e allo stesso calciatore». Un comunicato alla Ponzio Pilato. D'altronde, portare negli Stati Uniti un calciatore indagato con il sospetto di essere razzista avrebbe potuto provocare qualche incidente diplomatico. Il Napoli sui suoi canali social ha pubblicato un video in cui i calciatori azzurri inquadrati in primo piano. «Da Napoli al mondo gridatelo ad alta voce: no al razzismo». Sulla questione è intervenuta anche l'Inter: «Ci riserviamo quanto prima un confronto al fine di far luce sulle esatte dinamiche». Ovvio, solo un modo per prendere tempo e non multarlo. Marotta, l'ad nerazzurro, ha già sentito la versione di Acerbi. Umberto Calcagno, leader dei calciatori, fa la colomba: «Non strumentalizziamo certi episodi: Acerbi tra l'altro è un ragazzo sereno che si è subito scusato».
La Fifa si attende la mano dura: in una recente assemblea ha invitato le federazioni a «prendere una posizione unitaria contro il razzismo nel calcio». 

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