Barcellona-Napoli 3-1: flop degli azzurri, addio Europa e la Juve ringrazia

Ottimo inizio di ripresa per gli azzurri: negato un rigore su Osimhen

Una fase di gioco
Una fase di gioco
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Martedì 12 Marzo 2024, 23:31 - Ultimo agg. 13 Marzo, 15:16
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Fine della corsa. Il Napoli viene eliminato dal Barcellona negli ottavi di finale di Champions League e in sul colpo dice addio all’Europa ed anche al mondiale per club. La maledizione dei catalani si abbatte ancora sugli azzurri che non hanno mai vinto con il Barça. Finisce 3-1 per i blaugrana la gara di ritorno che si giocata a Montjuic. Non illuda il passivo, però. Il Napoli è uscito comunque a testa alta. Basti pensare che con il risultato ancora aperto Lindstrom ha avuto la palla del pareggio che significava i supplementari. Ma l’ha fallita. Le squadre si affrontano subito a viso aperto.

Moduli a specchio e stessa o quasi impostazione tattica. I catalani tengono un pressing altissimo e spesso vanno addirittura a schermare Lobotka con i raddoppi per arginare la fonte di gioco azzurra. Xavi risponde alle tante assenze indovinando la mossa Raphinha nel tridente offensivo con due 17enni nell'undici titolare, entrambi prodotti de La Masia (la cantera blaugrana): Cubarsì si piazza al centro della difesa ed il gioiellino Yamal è confermato esterno offensivo di destra del tridente completato da Lewandowski al centro. Sponda Napoli, Calzona (al primo ko sulla panchian azzurra) preferisce Mario Rui ad Olivera sulla corsia di sinistra, affidandosi al resto della formazione tipo. Nel tridente offensivo degli azzurri, però, il più vivo appare Politano, mentre Osimhen viene chiuso nella morsa tra Araujo e Cubarsi e Kvaratskhelia tende troppo ad accentrarsi lasciando colpevolmente (o per ordini di scuderia) il binario di sinistra.

La partita si gioca a centrocampo e vive di accelerazioni improvvise in un lembo di terra, tagli, inserimenti, aggressioni, coperture preventive e consegne che non sempre vengono rispettate. 

La prima mezzora è un incubo per il Napoli che in poco più di un quarto d’ora finisce al tappeto con un pesante uno-due. Anguissa si abbassa spesso davanti alla difesa per favorire le giocate di Lobotka (osservato speciale dai dirimpettai catalani) che finisce nei radar di Fermin Lopez. Il nazionale U-21 delle furie rosse si rivelerà determinante in avvio: abile ad incunearsi negli spazi di un Napoli che lascia ancora troppo campo in mezzo al campo. Dopo due buone occasioni, al terzo tentativo Lopez non sbaglia una rigore in movimento servitogli sul destro da Raphinha. Il gol è un colpo durissimo per il Napoli che in due giri di lancette sbanda pericolosamente. Uno-due terribile del Barça con una ripartenza micidiale orchestrata dall'enfant prodige Yamal che accelera e serve Raphinha: il brasiliano cerca il palo lontano e trova proprio il legno, sulla respinta Joao Cancelo è più lesto di tutti e deve solo appoggiarla in rete (17').

Gli azzurri si ostinano con i lanci lunghi e rischiano qualche ripartenza fulminante blaugrana. La difesa del Napoli è altissima, si gioca in un fazzoletto di terra, ma Calzona non deroga dal suo credo tattico e dalle sue idee. E così gli azzurri riescono a rialzarsi dal tappeto in cui erano finiti, accorciando le distanze alla mezzora. Azione che si sviluppa sulla corsia di destra: Di Lorenzo fa viaggiare Politano mentre Amir Rrahmani segue come un segugio l'azione in una sorta di film già visto. Il kosovaro si ritrova un pallone d'oro in piena area avversaria che non spreca con il piatto destro (30’). Stavolta l'inerzia del match prende i colori azzurri. Di Lorenzo di testa cerca la parabola arcuata e trova un colpo di reni prodigioso di ter Stegen che si rifugia in angolo. 

Il secondo tempo si apre con un destro a giro dal limite dell’area di Kvaratskhelia che spaventa il Barça. Poco più tardi Osimhen finisce a terra in area (intervento di Cubarsì da rigore), ma l’arbitro lascia proseguire senza neppure essere chiamato in causa dal Var. Incredibile. La risposta blaugrana arriva con un sinistro di Raphinha che trova i guantoni di Meret. Ma sono gli ospiti che hanno cambiato marcia, preso campo e costretto i blaugrana alle corde. Xavi capisce che i suoi non ne hanno più ed attinge dalla panchina. Praticamente immediata la risposta di Calzona che richiama Politano e Mario Rui per inserire Lindstrom ed Olivera. Sul piano tattico non cambia nulla, ma i cambi fanno pendere l’ago della bilancia dalle parti di Xavi: il Barcellona è rivitalizzato, riprende a pressare, approfitta dei soliti buchi nella terra di mezzo ed impensierisce più volte Meret (bravo su Gundogan). Un vero peccato quando Lindstrom di testa ha la palla del pareggio (assist di Olivera), spedendola clamorosamente fuori a tu per tu con ter Stegen. 

 

La dura legge del calcio è implacabile. Gol sbagliato, gol subito: ci pensa Robert Lewandowski a chiudere i conti (39’) con il piatto sinistro su assist di Sergi Roberto. Il Napoli non ci sta e prova a limitare il passivo con Olivera (traversa) e Kvara che sfiora il palo. Non è serata. Peccato. Azzurri eliminati dalla Champions costretti a dire addio anche ai sogni del mondiale per club a cui accede la Juve. 

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