Calzona e De Rossi, traghettatore a chi?

Così Napoli e Roma si rilanciano in campionato

Francesco Calzona
Francesco Calzona
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Mercoledì 6 Marzo 2024, 07:00 - Ultimo agg. 7 Marzo, 07:36
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Allenatori a tempo, sulle loro panchine era stato messo il timbro 30 giugno 2024. Ma adesso con orgoglio Calzona e De Rossi possono respingere l'etichetta di traghettatori e pensare a un futuro, oltre la fine di questo campionato, alla guida del Napoli e della Roma. Perché convincono e sono più che mai in corsa per la qualificazione alla Champions League. De Rossi è al quinto posto, Calzona al settimo. Sono separati da 4 punti e il gap può essere colmato nelle prossime settimane dal Napoli, che ospiterà la Roma a fine aprile. Del futuro - inteso come il loro - non parlano. Non è questo il problema, non è questo il momento. De Rossi ha quasi raddrizzato la stagione della Roma, con sei vittorie in sette partite (e l'unica persa è stata quella contro la Super Inter, a cui peraltro sono stati segnati due gol); Calzona sta lavorando per rimettere il Napoli in carreggiata e due vittorie di fila, con 8 reti, sembrano risultati più che convincenti dopo mesi di tormenti con Garcia e Mazzarri, allenatori con un curriculum più corposo dell'ex assistente di Sarri e Spalletti, evidentemente però incapaci di creare la giusta sintonia con la squadra reduce dal trionfo scudetto.

«Emozione indescrivibile», così Daniele De Rossi - DDR, Capitan Futuro, l'altro Figlio della Lupa Giallorossa - quando il 19 gennaio arrivò la chiamata del boss americano Friedkin che decise di tagliare il legame (da tempo non più saldo) con Mourinho e di affidare la Roma a un tecnico che oltre all'esperienza nello staff della Nazionale con Mancini ct aveva una manciata di partite con la Spal un serie B. «Felice come un bambino», ecco la reazione di Francesco Calzona, ct della Slovacchia guidata agli Europei, convocato da De Laurentiis il 19 febbraio, a poche ore dalla partita di Champions contro il Barcellona.

Come De Rossi conosce ogni angolo di Trigoria, casa sua quando era la bandiera della Roma, così Calzona sa tutto di Castel Volturno, di quel centro frequentato per quattro anni, come vice di Sarri e collaboratore di Spalletti. Da qui aveva spiccato il volo per la Slovacchia, dove Hamsik - il vecchio capitano azzurro - gli aveva offerto la guida della Slovacchia.

I risultati sono convincenti, c'è un clima diverso alimentato dalle vittorie e da un certo tipo di lavoro: si vedono più compattezza e maggiore tranquillità. De Rossi non voleva cancellare Mourinho (ma era quello l'obiettivo dei Friedkin) ma creare un gruppo compatto, in grado di non accusare più violente sbandate. La classifica lo conforta ed è tutto aperto in Europa League, dove la Roma domani sfida il Brighton di De Zerbi. Calzona, per ora distante dalla zona Champions, ha rimesso ordine nel Napoli e, oltre a giocarsi il posto in Europa nella prossima stagione, può centrare la qualificazione ai quarti perché tra sei giorni si riparte da 1-1 a Barcellona. Il terzo cambio in panchina può essere stata la migliore mossa di De Laurentiis in questa stagione. Capitan Futuro e Ciccio non hanno fatto stravolgimenti e hanno messo la qualità dei giocatori davanti a tutto, condividendo le aspirazioni di due tifoserie che conoscono bene. De Rossi, esclusa la breve parentesi argentina col Boca Juniors, non s'è mai mosso da Roma. Calzona ha conservato forti amicizie da queste parti e con De Laurentiis ha un rapporto speciale: si confrontavano già quando lui era nello staff di Sarri e Spalletti.

 

De Rossi è uno dei ragazzi del 2006 - la magnifica Nazionale campione del mondo - che ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore. Non tutti sono stati fortunati, lui è ripartito bene dopo la parentesi Ferrara. «Nel calcio possiamo parlare di schemi e di tutto il resto, ma vanno vinti i duelli. Il calcio è tutto lì: il resto è tutto troppo filosofico». Daniele mette in campo più soluzioni tattiche. Calzona è fedele al 4-3-3 fatto di verticalizzazioni e velocità, con una squadra compatta. Il Napoli ancora non lo è del tutto e il tecnico lavora sulla fase difensiva: d'altra parte, la sua tesi di laurea a Coverciano sette anni fa fu sulla difesa a 4 «con orientamento sulla palla», una metodologia che inizialmente creò problemi a Sarri e poi diventò punto di forza del Napoli. «Per poter attuare questa metodologia c'è bisogno della totale convinzione da parte dei calciatori di ciò che viene proposto dall'allenatore», scrisse Calzona nella tesi. Prima ancora dell'etichetta di traghettatore, si è tolto quella di vice di: a 55 anni era ora. 

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