Una favola moderna, ecco cosa è l'avventura napoletana di Francesco Calzona detto Ciccio, entrato nello spogliatoio di Castel Volturno martedì 20 febbraio e il giorno dopo già in panchina per una sfida di Champions League, quella pareggiata contro il Barcellona. A 55 anni Calzona ha scoperto il piacere di non essere - almeno qui - l'ex Vice di (Maurizio Sarri e Luciano Spalletti) ma un allenatore che sta raddrizzando la barca, imponendo disciplina non solo tattica e facendo scelte di buonsenso che stanno consentendo al Napoli di rialzare la testa.
Si rivede il Napoli di Spalletti? Meglio dire: si vede il Napoli di Calzona, con i talenti che c'erano e con la fortuna che certamente non ha assistito il suo predecessore Mazzarri. Si pensi che Jack Raspadori - prima scelta di Walter dopo la partenza di Victor Osimhen per la Coppa d'Africa - non ha mai segnato durante la sua gestione.
La favola di Calzona è moderna perché la mossa della disperazione di Aurelio De Laurentiis - ci vuole coraggio e incoscienza a cacciare un allenatore a 48 ore da una partita di Champions League - si sta rivelando azzeccata, a conferma che i valori della squadra non potevano essere stati cancellati in questi mesi balordi. Il tecnico è il primo che in Italia svolge il ruolo di allenatore di un club e di una nazionale, la Slovacchia qualificatasi per gli Europei. È una situazione anomala e si capirà tra poco quanto gestibile, perché durante la sosta Calzona metterà la giacca del ct per le amichevoli con l'Austria e la Norvegia di Ostigard il 23 e il 26 marzo, a pochi giorni dallo scontro diretto con l'Atalanta al Maradona. Il tecnico a mezzo servizio, ex “vice di”, ha l'ambizione di potersi giocare la panchina del Napoli 2024-2025.