Tra i predecessori sulla panchina di Fabio Cannavaro a Benevento ce n'è stato uno che lui ha conosciuto bene, un ragazzo scomparso a soli 37 anni. Carmelo Imbriani era stato costretto a lasciare la panchina giallorossa nell'estate 2012 perché durante il ritiro precampionato in Sila aveva accusato i sintomi di quella malattia che il 15 febbraio 2013, cinque giorni dopo il suo compleanno, lo avrebbero portato alla morte.
Fabio e Carmelo, divisi da tre anni, si erano ritrovati compagni di squadra nel Napoli di Lippi. Il futuro ct mondiale rimase conquistato dalla personalità del futuro capitano mondiale e lo mise al centro della difesa. Imbriani trovò spazio nel finale di stagione. Proseguirono l'avventura nella stagione successiva, prima con Guerini e poi con Boskov. A fine anno, le strade si divisero. Imbriani rimase a Napoli, dividendo con Agostini il peso dell'attacco del Napoli, mentre Cannavaro iniziò la sua carriera lontano dalla sua città.
Fabio e Paolo Cannavaro hanno seguito il dramma della malattia di Carmelo, aderendo a quella campagna “Imbriani non mollare” lanciata da suo fratello Gianpaolo. In questo nuovo percorso professionale del Capitano c'è anche un profondo sentimento.