Cannavaro e la panchina dell'Italia,
il sogno del primo ct napoletano

Cannavaro e la panchina dell'Italia, il sogno del primo ct napoletano
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Venerdì 25 Marzo 2022, 07:08 - Ultimo agg. 26 Marzo, 08:36
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Si racconta che mesi fa, quando la federcalcio polacca contattò Fabio Cannavaro per affidargli la panchina della nazionale in vista dello spareggio playoff (non giocato dopo l'espulsione della Russia), arrivò una telefonata da via Allegri. Vi fu un sondaggio con il capitano dell'Italia campione del mondo nel 2006: nello staff del presidente federale Gravina (che ha da sempre un ottimo rapporto con il tecnico napoletano) cercarono di capire se fosse davvero intenzionato ad accettare quella proposta perché si stava pensando a un Piano B in caso di dimissioni di Mancini dopo lo spareggio con la Macedonia. Ecco, il Piano B è Cannavaro, che ha lasciato la Nazionale dopo il Mondiale 2010 e ha fatto poi lontano dall'Italia la sua carriera da allenatore, con l'ultima trionfale esperienza in Cina prima che scoppiasse la pandemia.

Sciolto il contratto con il Guangzhou Evergrande, Fabio è tornato a Napoli. Gira l'Europa per aggiornamenti professionali, accompagnato dai più fidati collaboratori: suo fratello Paolo e Ciccio Troise, che iniziò con lui la carriera calcistica nelle giovanili del Napoli. Dello staff non fa più parte il preparatore atletico Ventrone, altro napoletano, che ha scelto di seguire Conte al Tottenham. Cannavaro ha sempre detto di aspettare una chance importante e la panchina della Nazionale, in caso di addio di Mancini, sarebbe una chance esaltante.

La situazione si metterà a fuoco nelle prossime ore. Mancini e l'Italia sono attesi dall'inutile partita in Turchia martedì 29, prevista nel cervellotico programma dei playoff della Fifa, e poi si capirà. 

Cannavaro, che sarebbe il primo ct napoletano, è il profilo giusto e non soltanto per il suo passato. E' un tecnico che ha maturato esperienze all'estero, sa creare un rapporto costruttivo e affettuoso all'interno dello spogliatoio. E' duro con il sorriso. E non avrebbe paura ad aprire le porte della Nazionale ai giovani. Peraltro, non ci sarebbe certo bisogno di un tutor, seppure d'alto profilo come Lippi, l'allenatore che nel '93 lo lanciò al centro della difesa del Napoli e che ne fece il leader dell'Italia campione del mondo sotto il cielo di Berlino. Sedici anni fa, una vita. 

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