Non ha la voce impastata dalla rabbia, non è una lotta personale. Potrebbe vendere in qualsiasi momento il Napoli, ma neppure per un attimo è stato sfiorato dall'idea. Il clima del Maradona, le minacce ultrà, i cori dei gruppi non lo spaventano né lo spingono a fare qualche passo indietro. Macché. Quella di Aurelio De Laurentiis è un'autentica battaglia per il bene del calcio italiano. Forse è il primo padrone di società di calcio ad andare così allo scontro aperto. Il presidente del Napoli è chiaro: rifare gli stadi - come Gravina e Malagò si augurano possa essere fatto in tempi brevi - e la lotta contro la violenza vanno a braccetto. «Se non saniamo il problema dei violenti è finita. C'è una frangia delinquenziale che va eliminata con un decreto legge immediato. Se non risolviamo questo problema, al calcio possiamo dire addio». Motivo per cui il patron azzurro cita in continuazione i provvedimenti adottati dalla lady di Ferro, Margareth Thatcher: cancellò la follia degli hooligans, sistemando e ammodernando gli impianti d'oltremanica. Il patron azzurro, per questo, non fa marcia indietro. E ieri, al Merger&Acquisition Summit 2023 organizzato dal Sole 24 Ore, non solo fa sapere a tutti dell'incontro nel pomeriggio con il ministro dell'Interno Piantedosi per parlare dell'emergenza ultrà e di quello che, può e deve fare il governo Meloni per fronteggiare quella che considera una vera emergenza negli stadi. Ma, nel forum milanese, detta anche quelle che sono le linee guida per la sopravvivenza del calcio italiano. Il colloquio al Viminale «è un appuntamento che ho fissato prima di quello che è successo domenica sera», svela al convegno organizzato nella sede del quotidiano di Confindustria. Non cita a ripetizione le leggi inglesi di fine anni 80 (il riferimento è anche al Taylor Act) ma punta il dito sulle autorità politiche che non sanno impedire le trasferte dei delinquenti. Con Piantedosi il punto di partenza è stato lo scontro tra tifosi del Napoli e quelli dell'Eintracht e l'impotenza di fermare gli unni alle frontiere da parte dei governi (visto che l'Uefa non impedisce mai il viaggio delle tifoserie). Cosa che poi è successa anche per i tifosi olandesi (e italiani) in vista di Feyenoord-Roma della prossima settimana.
L'unica ad averci provato, e ad esserci riuscita per qualche tempo, era stata Margaret Thatcher dopo la strage dell'Heysel (maggio 1985).