Olivier Martin, l'avvocato di Galtier che tiene i rapporti con l'ad Chiavelli, spaventa il Napoli: perché dopo aver comunicato l'imminente risoluzione del contratto col Psg, ha fatto sapere che ci sono altre due offerte per l'ex tecnico del Lille. Una che arriva dall'Al-Duhail in Qatar e un'altra dalla Premier. Ma Cristophe Galtier ha gelato ogni trattativa diversa: è affascinato dall'avventura al Napoli e aspetta. Il piano B è Rudi Garcia. È il segnale che si entra davvero nel vivo della trattativa: che il Napoli ormai abbia messo Galtier in cima alla lista degli eredi di Spalletti appare cosa scontata. Ma l'accordo tra Galtier e il Napoli è ancora distante: anche perché balla sia la durata del contratto (De Laurentiis vorrebbe farlo di due anni con le solite opzioni unilaterali in mezzo) che l'ingaggio. Già, Galtier firma una buonuscita da 6 milioni di euro con il Psg e si accontenta di uno stipendio di circa 5 milioni netti in Italia. E una nuova avventura, dopo i veleni sotto la Torre Eiffel dove comunque lascia da sconfitto. Chiaro, occhio agli outsiders come ormai è Rudi Garcia che ha lasciato la Filmauro convinto di avere la panchina del Napoli in pugno mentre invece ha solo un pugno di mosche. E lo stesso vale per Paulo Sousa che, dopo l'abboccamento della scorsa settimana, non ha avuto altri contatti.
Galtier ha creato il suo mito attorno al 4-4-2 ma sia al Lille che al Psg ha giocato col 4-3-3.
Una gioventù trascorsa nell'orbita del Marsiglia, al fianco di Eric Cantona con il quale vinse l'Europeo Under 21 nel 1988. Una discreta carriera da calciatore (è stato pure in Italia, al Monza, in serie B, a fine anni 90) e poi da allenatore è stato assistente di Bernard Casoni, Abel Braga, Javier Clemente, Tomislav Ivic o Albert Emon. Da capo allenatore prende il Saint-Etienne nel 2009 e lo lascia dopo 8 anni; poi va al Lille (2017-21) e al Nizza (2021-22) prima di rispondere alla chiamata di Parigi. Dove fa una specie di buco nell'acqua, c'è poco da fare: perché gli emiri del Qatar volevano la Champions e la Champions non è arrivata. È arrivata la Ligue 1 ma Nasser Al-Khelaifi non sa proprio cosa farsene. Da qui la separazione che poi coincide con la fuga da Parigi delle stelle che hanno deluso come Messi e Mbappé. «Il mare? Ho sempre bisogno di andarci per ricaricare le batterie». Vive a Cassis, trenta chilometri da Marsiglia dove in queste ore sta aspettando le novità. La serie A gli piace, e anche il ritornare a insegnare il calcio come ha fatto al Lille e al Nizza, prima di approdare nello spogliatoio di stelle dove ha fatto una grande fatica a imporsi. Galtier e De Laurentiis si sono incontrati, ma l'operazione non è ancora chiusa. Ci vuole ancora un po' di tempo. De Laurentiis è convinto di averne. Il cerchio è lì, pronto a chiudersi attorno al nome di Galtier, il primo francese dell'era De Laurentiis in panchina, il secondo non italiano. Ma De Laurentiis (ieri a Milano ai funerali di Berlusconi e oggi ospite del ministro dell'Istruzione Valditara) è ancora lì a sfogliare la margherita. Con una consapevolezza: è del tutto inutile immaginare il colpo magico, ovvero convincere Spalletti a tornare sui suoi passi (è ancora sotto contratto, non c'è stata alcuna risoluzione fino a ora). Cosa a cui pure De Laurentiis e il suo braccio operativo, Chiavelli, hanno pensato.