Le notturne del Napoli Club Capri:
l'autobus del tifo è il motoscafo

Lo striscione del Napoli club Capri
Lo striscione del Napoli club Capri
di Gianluca Agata
Giovedì 16 Gennaio 2020, 19:00
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L'appuntamento è per sabato alle 15.30 al porto di Marina Piccola. La notturna, che sia di campionato piuttosto che di Champions, è sempre un problema da risolvere in autonomia per il Napoli Club Capri. Una fede fondata sui faraglioni che dura dal 1985. Trecento soci, molti dell'isola azzurra, ma anche tessere staccate a capresi di adozione, perché la forza del nome Capri è di per sé un fattore aggregante, che si possa trattare di un premio, di una iniziativa o di un club dedicato alle gesta della squadra che fu di Ferlaino e oggi è di De Laurentiis. Ma sulla trasferta notturna proprio non si può trattare. Non ci sono traghetti di ritorno e allora ci si organizza come si può. C'è chi si trattiene da amici, chi da parenti, chi sceglie il transfert di motoscafi dedicati che d'estate portano in giro anche 100 passeggeri, ma il giorno della partita diventano un charter per il Club Napoli Capri con una quarantina di affezionati che partono nel pomeriggio per far ritorno nell'isola azzurra intorno all'1.30 di notte, mare permettendo.

«In occasione di Napoli-Real Madrid - racconta il presidente Costanzo Ruocco - le previsioni meteo non erano favorevoli e alcuni di noi partirono due giorni prima pur di non perdersi la partita». Ma c'è l'altra faccia della medaglia, perché Capri è sempre Capri. E allora tanti racconti. «Come quando Higuain saggiò i servizi dell'ospedale Capilupi cadendo su uno scoglio, o quando Insigne rimasto a piedi fu accompagnato sul carrellino bagagli dell'albergo».
 
 

Se tutti i club del mondo lamentano una lontananza dalla società a Capri è un po' diverso. «I giocatori qui sono di casa e sempre disponbili. Forse sarà l'aria o l'ospitalità. Fatto sta che riusciamo sempre a far fare ai nostri bambini qualche fotografia». La stessa cosa vale per De Laurentiis che due anni fa condusse a Capri Ancelotti per convincerlo ad accettare il Napoli. «Ovviamente il nome Capri è un valore aggiunto e noi da tifosi ne... approfittiamo». Ma il problema resta. «Siamo nati nel 1985, siamo uno tra i club storici, eppure vorremmo un rapporto più diretto con la società. Per portare i bambini allo stadio, per la biglietteria, per le trasferte. Tempo fa il presidente annunciò un censimento dei club. Sarebbe opportuno per mettersi al passo con le altre società italiane».

Il ritrovo al ristorante Verginiello, un covo caprese del Napoli, ma quando gioca la squadra un po' tutte le case diventano centri di ritrovo per la partita. «Ai bei tempi delle 14.30 portavamo anche 200 persone al San Paolo - continua Ruocco - oggi tutto è cambiato. Maxischermi in piazzetta? Forse solo una volta, per Maradona ai mondiali di Argentina '86. Poi qualche volta per la Nazionale. E per le attività collaterali tanta beneficenza così come cultura: cinque anni fa, per i trent'anni una mostra delle maglie d'epoca, così come Salvatore Carmando ha scelto l'isola azzurra per presentare il suo libro». E una chicca: «Nel 1989 avemmo la Coppa Uefa in originale a Capri per una settimana. La coppa e Maradona insieme con lei». Un miracolo che solo l'incanto di Capri può realizzare.  
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