Gli amarcord si stanno esaurendo su quotidiani, tv, radio e social. Walter Mazzarri vive nel presente, non più ancorato a quel quadriennio rimasto nel cuore dei tifosi non soltanto per i risultati ottenuti (qualificazione Champions 2011, Coppa Italia 2012, secondo posto 2013) ma anche perché quel Napoli aveva un cuore grande che lo portava spesso a risolvere le situazioni più complesse.
D'altra parte è nel Dna dell'uomo di San Vincenzo, che riuscì a salvare la Reggina nonostante la penalizzazione di 11 punti e per questo diventò cittadino onorario di Reggio Calabria.
Adesso è il momento di guardare avanti. Mazzarri non vede l'ora di tornare in campo, di conquistare nuove vittorie e di ricevere altri applausi. C'è un futuro da costruire col Napoli che si è smarrito nei quattro mesi con Garcia, l'allenatore sbagliato. I risultati del quadriennio 2009-2013 mazzarriano non avranno più peso nel giudizio sul sostituto del francese a partire dalla gara di Bergamo, la prima di un ciclo duro che va dall'Atalanta allo Sporting Braga.
La squadra campione d'Italia in carica non ha ancora sconfitto un'avversaria di livello medio o alto e, dopo l'Atalanta, si troverà a sfidare le prime due in classifica, l'Inter e la Juve che sembrano già le vere rivali per lo scudetto 2024, con i vantaggi accumulati su Milan e Napoli. Vediamo la terapia Mazzarri come funzionerà,