Napoli-Barcellona, ecco perché non è una sfida impossibile

È la terza volta in quattro anni: azzurri sempre fuori

Robert Lewandowski
Robert Lewandowski
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Martedì 19 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 07:34
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Ancora, ancora, ancora. Tre volte ancora. Nel nome di D10s, ovvio. Ormai una classica. Perché c'è quasi sempre il Barcellona sulla strada europea del Napoli. Fin da quell'estate del 1984, quando Juliano annientò la resistenza catalana strappando Diego Maradona. Ma anche come nel 2022 in Europa League e nel 2020, in pieno Covid, in Champions. Tre volte negli ultimi tre anni e mezzo. Per Mazzarri è «una sfida affascinante», magari tornando indietro nella memoria quando in un Gamper distante anni luce (era il 2011) il giovane Pep Guardiola chiese al caro Walterone notizie sulla difesa a tre. Facendogli i complimenti e poi, come sempre, demolendolo sul campo per 5-0. «È fortissima, una vera squadra, come la nostra», è il lapidario commento di Aurelio De Laurentiis al sorteggio. Gli azzurri schivano, sfiorano o lambiscono gli spauracchi della vigilia e si mettono in salvo (forse, poi lo vedremo in campo), evitando i vari Manchester City, Bayern Monaco, Atletico Madrid. E pure i catalani sono contenti, perché i loro scogli da evitare portavano le facce di Mbappé (Paris St.Germain) e Lautaro Martinez (Inter). Ma certo è pur sempre un macigno chiamato Barça, magari non proprio la squadra più forte che ci sia ma da qui a far festa ce ne passa. D'altronde, finendo al secondo posto nel girone, i salti di gioia poteva darli solo l'incrocio con la Real Sociedad (che fa felici i tedeschi del Borussia Dortmund). In ogni caso, la strada per Wembley e per il Mondiale per club non è affatto in discesa. 

Sempre eliminato nel doppio confronto fino ad adesso.

E nessuna vittoria. Giusto per essere chiari: non è l'Eintracht e non è neppure (Spalletti non se ne abbia a male) il Milan di Pioli. È un osso duro, ma questa è una stagione poco fortunata anche con l'urna di Nyon. Due percorsi simili, quello del Barcellona e del Napoli: trionfatori dei rispettivi campionati e poi in caduta libera. Il Napoli ha esonerato il tecnico a novembre, il Barcellona sta invece difendendo Xavi a spada tratta. Contro tutto e tutti. Gli azulgrana sono terzi in classifica, dietro al Real Madrid e al Girona. Sembrerebbe, e lo è, il confronto più affascinante degli ottavi, forse Inter-Atletico Madrid è sullo stesso livello. La Lazio di Maurizio Sarri è quella che va peggio di tutti, tra le italiane: trova il Bayern di Monaco. La gara di andata al Maradona è il 21 febbraio, il ritorno il 12 marzo (nello stadio Olimpico di Montjuic). Osimhen e Anguissa, saranno rientrati dalla Coppa d'Africa almeno da 7 giorni (la finalissima è l'11 febbraio). In ogni caso, davvero pochi giorni prima della gara di andata. Follie di una calendario dove le federazioni calpestano i diritti dei club, proprietari dei cartellini e di quel patrimonio chiamato calciatore. Ma questa è un'altra storia. 

Ironia della sorte, anche dopo l'esonero di Ancelotti, il Napoli ha pescato il Barcellona. In quella edizione, la gara di ritorno di Champions venne giocata in una spettrale Barcellona ancora in piena emergenza Covid. Nou Camp vuoto, come le Ramblas deserte in un agosto lontanissimo nella memoria. All'andata gli azzurri guidati da Gattuso pareggiarono 1-1, poi l'interminabile lockdown e il ritorno europeo in Catalogna. Finì 3-1 con la rete anche di Lenglet, il difensore che ora insegue il Napoli per sistemare i buchi in difesa. Gli azzurri, nel primo anno di Spalletti, affrontarono il Barcellona per i sedicesimi di finale di Europa League: decisivo in negativo il ko per 4-2 il 24 febbraio 2022 al Maradona dopo l'1-1 dell'andata. Insomma, due pareggi e due sconfitte. «Avevo detto che tutte le squadre che si sono qualificate per gli ottavi sono forti e quindi ogni accoppiamento sarebbe stato difficile, questo contro il Barcellona lo è in particolar modo. Per il Napoli sarà una sfida affascinante», si limita a dire Walter Mazzarri alla vigilia della gara di Coppa Italia con il Frosinone. Davvero è troppo distante la gara con il Barcellona per poter dedicare altro tempo o pensieri più profondi. Deco, ds del Barcellona, fa gli onori agli azzurri: «Il Napoli è una squadra che gioca un grande calcio ed è tornato in alto. È lì dove meritava di essere da tempo». A Barcellona la testa è a giovedì (forse per questo si distraggono e scrivono ancora stadio San Paolo su X): quando la Corte di Giustizia Europea depositerà la decisione sulla Superlega. 

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