Politano innamorato di Napoli: «Lo scudetto la gioia più grande, le persone mi fanno ancora complimenti»

L'azzurro si è raccontato al podcast azzurro Drive&Talk

Matteo Politano
Matteo Politano
Domenica 24 Marzo 2024, 21:21
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In assenza di Serie A, il Napoli ha voluto “intrattenere” i propri tifosi lanciando il secondo episodio di Drive&Talk, il podcast del club che vede protagonisti gli azzurri impegnati in una chiacchierata mentre si recano al centro d’allenamento di Castel Volturno.

Protagonista di questo secondo episodio del podcast è Matteo Politano, che ha ripercorso le tappe della sua carriera soffermandosi sulla vittoria dello scudetto e non solo. «La mia mattinata tipo è molto tranquilla, anche se faccio un po’ di fatica ad alzarmi dal letto. Sono un dormiglione», rivela l'esterno. «Però mi basta una sveglia e mi aiuto con il caffè, che è un must».

Anche lui, come capitan Di Lorenzo intervistato nel primo appuntamento del podcast, ha affrontato il tema delle sliding doors della sua carriera: cresciuto nelle giovanili della Roma, l’esordio in prima squadra con i rossoneri - per un nativo della capitale come lui - sarebbe stato il coronamento di un sogno. «Ma credo che tutto accada per una ragione - riflette Politano -, il destino ti porta a fare delle scelte. Nel mio destino non c’era la Roma, ma venire a giocare qui. Ed è stata la scelta migliore, da quando sono qui mi sono capitate tante cose belle: sono diventato papà, ho vinto il mio primo trofeo - la Coppa Italia con Gennaro Gattuso in panchina - e poi, ovviamente, lo scudetto».

Già, lo scudetto. Quel sogno trasformato in realtà «che tanti giocatori magari non sono mai riusciti a vincere. Se ho realizzato? Più che altro mi colpisce ancora vedere la gioia sul volto delle persone che incontro per strada o anche dei miei amici, ricevere ancora tanti complimenti. Resta una delle sensazioni più belle che io abbia mai vissuto. Peccato per la Supercoppa mancata: avrei completato il mio “triplete” personale».

«Fare il calciatore è sempre stato il mio sogno fin da bambino», continua l’azzurro. «Al calcio ho dedicato la mia vita e fatto tanti sacrifici, soprattutto da adolescente. Se non fossi diventato un professionista? Non nego che non mi sarebbe dispiaciuto fare il meccanico nell’officina di mio padre, ogni tanto andavo ad aiutarlo nei weekend in cui non avevo partite. Lui lavora ancora lì, con mio fratello Andrea, a cui devo tanto perchè è grazie a lui se ho iniziato a giocare a calcio. È più grande di me e mia madre un giorno, dopo averlo portato all’allenamento, chiese al mister se potesse far partecipare alla seduta anche me». 

Tra le gioie più grandi che gli ha regalato la vita, da quando veste l'azzurro, c'è anche la piccola Giselle. «Diventare papà è la sensazione più bella al mondo.

Comporta tante responsabilità, ma ti cambia la vita. Quando torni a casa e vedi tua figlia sorridere, ti sciogli. Cerco di dimostrarle il mio amore anche quando siamo lontani. Che tipo di papà è Matteo Politano? Ho il pungo leggerissimo, con me può fare tutto. A volte provo ad arrabbiarmi, ma per me è davvero difficile», rivela a cuore aperto l’azzurro.

Politano chiude con una dichiarazione d’amore per Napoli: «La città è stupenda: a mare, clima e paesaggi do cento punti. La trovo una città piccola, essendo abituato a Roma, quindi la giro tranquillamente. La cosa più bella dello stare qui è potersi fare un giro in barca o magari in costiera appena hai uno o due giorni liberi, mentre quando ero negli altri club non vedevo l’ora di tornare a casa».

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