Rudi Garcia allenatore Napoli, intervista a Federico Balzaretti: «È un uomo vero: sa valorizzare tutti»

«Il 4-3-3 è il modulo di partenza, ma lui sa adattarsi ai giocatori»

Federico Balzaretti
Federico Balzaretti
di Bruno Majorano
Sabato 17 Giugno 2023, 08:10 - Ultimo agg. 18 Giugno, 07:22
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A rimettere la chiesa al centro del villaggio, cioè a vincere quel derby contro la Lazio ci pensò anche Federico Balzaretti. Anche con il suo gol la Roma vinse quella partita e Garcia continuò a sorridere, oltre che confermarsi sempre più idolo della tifoseria giallorossa.

Il primo ricordo che ha di Garcia a Roma?
«Di un rapporto splendido a livello umano, un rapporto che abbiamo ancora oggi».

E il primo ricordo del Garcia allenatore?
«Ci prese dopo il trauma del derby perso con la Lazio in coppa nel 2013 e ha imposto subito la sua grande positività.

Ci ha conquistato con la sua grande empatia».

Ovvero?
«Con lui abbiamo fatto un ritiro splendido e abbiamo gettato le basi per una stagione importantissima».

Ci racconti di Garcia.
«È un allenatore di livello internazionale che mi ha colpito per il suo modo di parlar chiaro. L'allenatore deve avere una credibilità e lui certamente la ha. Da un punto di vista dell'energia che ha trasmesso è stato un trascinatore. Arriva diretto in quello che dice e il dialogo è uno dei suoi punti di forza».

Tatticamente che tipo di idee ha?
«È bravo nel preparare le partite e conosce vari sistemi di gioco. Il 4-3-3 era il nostro modulo di partenza, ma è un allenatore che sa adattarsi alle caratteristiche dei giocatori. In quella Roma c'era Totti falso nove e tutto ruotava attorno a lui».

Nel Napoli cosa si aspetta?
«Troverà Osimhen che ha caratteristiche diverse da Francesco, ma saprà dargli la giusta libertà: ha allenato grandissimi campioni e sa tirare fuori il meglio da tutti. Penso a Gervinho: lo lasciava libero di partire dalla fascia ed accentrarsi. Sono sicuro che a Napoli cercherà di esaltare le caratteristiche di Osimhen che è un giocatore meraviglioso».

Fuori dal campo che tipo è?
«Studia molto la comunicazione. A Roma le sue conferenze stampa erano imperdibili: a Napoli vi divertirete. Ma poi è una persona molto semplice, umile e sicura di sé. Difende la squadra e mette la faccia quando le cose non vanno bene. Dice anche cose scomode, ma responsabilizza tutti».

Vi siete già sentiti?
«Gli ho mandato un messaggio e mi ha risposto subito dicendomi che ci sentiremo presto. Mi è sembrato carico».

Il vostro rapporto?
«Con lui ho chiuso la carriera da calciatore e mi ha sempre considerato un elemento importante della squadra. Alla Roma l'ho aiutato a inserirsi perché parlavo italiano e francese. Mi è stato vicino nei momenti difficili, quando ero vittima di infortuni che mi davano problemi. E ora al Napoli gli auguro davvero il meglio. Se lo merita. Gli auguro di poter continuare il lavoro straordinario fatto da Spalletti. Ha un'eredità importante ma non gli deve fare paura». 

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