Rudi Garcia e il Napoli, niente strigliata a Castel Volturno

Gli azzurri si ritrovano (a metà) dopo il ko con la Lazio

Rudi Garcia
Rudi Garcia
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Mercoledì 6 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 7 Settembre, 07:22
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Mister serenità è pure un mister che ha una fretta matta. Vorrebbe avere tutti qui, davanti a sé, i suoi calciatori per iniziare a pianificare assieme le prossime mosse chiave, come in una partita a scacchi, per il riscatto. Non gli è sfuggito nulla, in questi due giorni di calma apparente nella sua Francia. Ha letto le critiche, ha già rivisto la gara con la Lazio diverse volte e sa che dei correttivi devono essere apportati nel suo Napoli. Anche lui ha bocciato gran parte del secondo tempo, mentre vuole ripartire dall'approccio con la Lazio di Sarri. Ne voleva parlare già ieri al mini-gruppo, ma ha preferito «solo» allenare quel che resta del Napoli. Meglio aspettare tutti gli altri e approfittare del fatto che Mario Rui, Juan Jesus e Natan sono rimasti qui per lavorare a fondo. A vario motivo, quelli da cui, alla ripresa, ci si aspetta di più: Rui ha fatto tre panchine ma è chiaro che le difficoltà di Olivera sono ora da tenere in conto. Così come gli affanni dell'ex romanista di affrontare avversari a campo aperto e con 50 metri da recuperare alle spalle. C'è poi Natan: Garcia lo difende a spada tratta, sostenendo che ha bisogno di tempo, di calma, di poca pressione sulle spalle. Ma fino a quando? Questo è il Napoli, i difensori centrali sono contati, e ci si aspetta calciatori già pronti. Soprattutto perché non c'è più Kim. 

Sogna ogni volta lo scacco matto. Garcia è rimasto a lungo con i suoi fin dal primo pomeriggio a studiare il lavoro da far fare alla combriccola di sopravvissuti alla razzia delle nazionali. Sono 15 in giro per il mondo: quasi il record, che resta di 16. A novembre del 2020, con Gattuso allenatore. Per prima cosa Rudi Garcia si sta pian piano prendendo il Napoli.

Che al di là delle parole, resta inevitabilmente ancora legato a certi dogmi tattici e mentali di Spalletti. Il francese ha autorevolezza, appeal e presa sul gruppo. Ma, magari, certe cose sono ancora dentro. Visto che due anni non si cancellano così facilmente. De Laurentiis ha dato carta bianca a Garcia e Garcia ha dato carta bianca a De Laurentiis per il mercato, da dove non sono arrivati certo dei titolari. Ma solo giovani, proprio come nei gusti del patron. 

 

In questi giorni De Laurentiis e Garcia hanno scambiato dei messaggi: il rapporto è assai cordiale. D'altronde, come avviene sempre, all'inizio, con ogni nuovo allenatore. Peraltro, a De Laurentiis piace molto essere coinvolto nel discorso tecnico, ama parlare di scelte e di formazione, azzarda sempre suggerimenti ai propri allenatori (ma poi tutti fanno per conto proprio). Dopo il primo Napoli-Juve dell'era Spalletti, il patron azzurro chiese spiegazioni a Luciano del perché avesse fatto giocare titolare Manolas consigliando l'impiego di Rrhamani al fianco di Koulibaly. Garcia si sente come un condottiero e la prima cosa che proverà a fare, ma per certi versi lo ha già fatto, è azzerare le gerarchie: non a caso Raspadori è stato per due volte preferito a Kvara. Bisogna ora aspettare il Genoa, il Braga e poi il Bologna, per comprendere cosa se vuole cambiare qualcosa, per esempio gettando nel fuoco Natan, costi quel che costi, come sembrano gli indizi di questi giorni. È stato pagato 12 milioni di euro, giocava titolare in Brasile, se merita o no la serie A va capito subito.  

C'è una calma totale attorno ai campi di Castel Volturno. Garcia aspetta il ritorno dei nazionali per chiedere il loro parere perché il francese è uno che ascolta tanto, che ama i dialoghi, anche quelli individuali. Garcia sa che lo scivolone di sabato obbliga a cambiare subito passo: l'atteggiamento tenuto contro la Lazio, con un pressing sempre molto alto, la ricerca del pallone già nella metà campo avversaria, è una cosa che il gruppo gradisce ma è chiaro che ci vuole maggiore consistenza atletica. Che non c'è ancora. Con Rongoni che è sicuro che entro poche settimane la squadra sarà al top della condizione. Il Napoli che in mattinata fa un tweet in cui nega ci siano trattative per il rinnovo di Kvara e l'Ordine dei giornalisti che nel pomeriggio replica «all'ultimo scivolone» del club ed «esprime forte disappunto, in particolare per il linguaggio utilizzato che scredita l'operato dei giornalisti». 

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