Rudi Garcia dallo scudetto ai fischi: così ha rotto l'incantesimo azzurro

Il Napoli bellissimo e fortissimo di pochi mesi fa è rientrato nei ranghi

Rudi Garcia
Rudi Garcia
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Lunedì 9 Ottobre 2023, 17:27 - Ultimo agg. 10 Ottobre, 08:46
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Neanche le anime pezzentelle sono riuscite a proteggere Rudi Garcia e il Napoli. E allora la situazione comincia ad assumere un aspetto serio. Rudi l'ironico ha servito un biscottino a quei critici che, secondo lui, non vedrebbero l'ora di azzannarlo. Conosce poco Napoli, i suoi tifosi, l'ambiente. C'è di sicuro che in pochi mesi è riuscito a far rientrare la squadra (e con essa la tifoseria) nei ranghi. Il bellissimo Napoli ammirato con Spalletti (per lunghi tratti anche nella prima stagione di Luciano, quando non vi erano ancora Kvara, Kim e il migliore Osimhen) è tornato ad essere il Napoli che ha come obiettivo massimo la qualificazione Champions e ogni anno deve sudare per conquistarla. Il distacco di 3 punti dal quarto posto (per non parlare dei 7 dal Milan capolista) è già marcato. Preoccupante. 

Garcia ha fatto più errori che punti, a cominciare dai cambi che creano settimanalmente tensioni. Kvara, Osimhen, Politano: brutte reazioni alle sostituzioni, hanno irritato anche capitan Di Lorenzo, che cerca di mantenere l'equilibrio a Castel Volturno.

Si nota l'assenza di feeling tra chi siede in panchina e chi va in campo. Emerge dalle prestazioni. Le crepe, coperte dai successi contro Udinese e Lecce, sono venute nuovamente fuori. Ci sono giocatori nervosi perché giocano poco o fuori ruolo; altri che non riescono fino in fondo ad esprimere il proprio talento. E c'è Meret, che evidentemente avverte il peso della responsabilità, ovvero risente di maggiori ansie perché nella scorsa trionfale stagione i carichi di lavoro erano minori con Rrahmani e Kim davanti alla sua porta. E, a proposito di difensori, un segnale chiaro e punitivo è stato quello nei confronti di Rui, dopo le polemiche del suo procuratore Giuffredi, lo stesso di Politano. Se, come dice Garcia, il portoghese si era dissociato dalle parole dell'agente, perché non farlo giocare? Zero minuti. 

 

Se Napoli fischia dopo la sconfitta contro la bellissima Fiorentina di Vincenzo Italiano, se mostra il pollice verso nei confronti di Garcia, non è per nostalgia nei confronti di Spalletti, per affetto verso un allenatore che si è tatuato lo scudetto e il simbolo del Napoli sull'avambraccio. È per il disagio e l'amarezza che si provano di fronte a una squadra che non è più la Grande bellezza del campionato. Rudi sfrutti il suo tempo per rimettere in carreggiata il Napoli, per farlo nuovamente splendere. I suoi primi mesi azzurri, intanto, dimostrano che gli allenatori non sono accessori. Uno non vale l'altro, come forse pensa Aurelio De Laurentiis, che ha vinto con Spalletti e che ha vissuto la stagione dei 91 punti con Sarri. Il presidente difende la sua scelta di giugno aspettando il segnale di riscatto. 

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