Salernitana-Napoli è Dia contro Raspadori: la sfida dei bomber che non ti aspetti

La sfida nella sfida: nessuno dei due è un vero numero 9

L'urlo di Giacomo Raspadori
L'urlo di Giacomo Raspadori
di Bruno Majorano
Venerdì 3 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:01
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Nessuno dei due porta la maglia numero 9. Eppure gli attacchi di Napoli e Salernitana dipendono da loro due: Giacomo Raspadori e Boulaye Dia. Insieme non arrivano nemmeno a mezzo secolo: 23 anni la punta azzurra, 26 quella granata. E il loro modo di interpretare il ruolo di attaccante è molto diverso. 

L'infortunio di Victor Osimhen ha di fatto spalancato a Raspadori le porte del tridente del Napoli. Da quando il nigeriano è finito ai box, Jack si è preso il posto da titolare e non lo ha più mollato.

Garcia gli ha affidato le chiavi della manovra offensiva lasciandolo libero di fare, svariare ma soprattutto segnare. I numeri di Raspadori hanno subito una vera e propria impennata nell'ultimo periodo. Ha segnato con continuità (tra campionato e Champions) e soprattutto le sue reti sono state sempre decisive. A segno nei due pareggi in rimonta con Genoa e Milan, ma soprattutto decisivo nella sfida di Champions in casa dell'Union Berlino, quando si è fatto trovare puntuale all'appuntamento con il pallone servitogli da Kvara. Insomma, attaccante buono per tutte le stagioni, proprio quello di cui aveva bisogno Garcia per uscire dalle sabbie mobili nelle quali rischiava di essere risucchiato. Raspadori - che 9 non è - indossa la maglia numero 81 e gli piace giocare al centro dell'attacco, seppur con licenza di svariare. Fin da quando è arrivato in azzurro la scorsa estate, ha accettato il ruolo di vice. Vice Osimhen come centravanti, vice Kvara come esterno a sinistra e anche vice Zielinski come trequartista. Insomma, attaccante buono per tutte le occasioni, di quelli che hanno un unico obiettivo: fare centro. Ci sta riuscendo Jack, aiutato anche dalla cura Spalletti. Per due volte è ritornato dalla Nazionale con il sorriso sul volto e l'argento vivo nei piedi. Con somma gioia di Garcia che proprio di Raspadori aveva bisogno per dare maggior peso al suo attacco. Domani a Salerno ci sarà ancora lui a guidare il tridente, con l'opzione Simeone parcheggiata nel garage di Castel Volturno. Giacomino segna e sorride, ma soprattutto fa sorridere compagni e tifosi. Non ha mai avuto il «mal di pancia» da panchina, ha sempre accettato il suo ruolo con pazienza, con la consapevolezza di avere le carte in regola per potersi giocare le sue chance nel Napoli. Segni particolari: decisivo. I suoi gol sono sempre pesanti. Lo sono stati lo scorso anno (con Spezia e Juventus su tutti), lo sono stati fin qui anche quest'anno visto che in campionato ha trasformato per magia due sconfitte in altrettanti pareggi. 

Se il posto di Raspadori nel Napoli è sempre stato una certezza, la parabola di Boulaye Dia ha vissuto una stagione da montagne russe. Intoccabile alla fine della passata stagione, punto fermo durante l'estate, attaccante con la valigia poco dopo l'inizio del campionato. Tutto fino al gong di mercato e a quella serie di infortuni che ne hanno ritardato l'effettiva messa a punto. Senza Dia è un'altra Salernitana, anche perché i 16 gol dello scorso anno sono stati decisivi per la tranquilla salvezza targata Sousa. La sua assenza si è fatta sentire in questo inizio di stagione nel quale ha messo a segno appena 3 reti, troppo poche per uno in grado di spostare gli equilibri come lui. Pippo Inzaghi lo aspetta, come i bimbi il 24 dicembre aspettano Babbo Natale davanti al camino, perché lui ex attaccante di razza, sa bene l'importanza dei gol di un bomber pesante come Dia. Ora che la testa è tornata a Salerno e l'obiettivo è quello di replicare lo score della passata stagione, il senegalese è pronto a dare il proprio contributo mettendosi alle spalle malumori, dissapori e cattivi pensieri della torrida estate 2023. E pensare che il destino di Dia e quello del Napoli si incrociano costantemente. Fu lui a negare - anzi rimandare - la gioia dello scudetto con quella magia del Maradona nell'aprile scorso, e proprio in estate De Laurentiis aveva fatto più di un pensierino al senegalese come vice Osimhen da regalare a Garcia. Non se ne è fatto nulla però, e Dia è rimasto a Salerno dove ha anche cambiato numero di maglia: dal 29 al 10, sintomo che la sua importanza in rosa non è del tutto indifferente. Rispetto a Raspadori è più 9, nel senso che si mette maggiormente al centro della manovra offensiva, è forte di testa e sa trascinare la squadra con la sua fisicità. Non a caso in estate lo avrebbero voluto in molti, ma il ds granata De Sanctis è riuscito a rimandare al mittente le varie offerte piovute da Serie A e Premier League. La salvezza della Salernitana passerà (anche) dai gol di Dia, come i sogni scudetto del Napoli da quelli di Raspadori. Sono bomber diversi, ma uniti dal vizio del gol. 

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