Davide e Golia è una storiella che viene dal passato e che con la gara dell'Arechi non c'entra nulla. La fionda non la prende nessuno qui all'Arechi e quindi il più forte vince e basta. Senza storie, ben oltre il 2-0 del 90’ (Raspadori ed Elmas), anche se Superpippo torto non ha quando si lamenta per il fuorigioco di Olivera che l'arbitro Rapuano non prende proprio on considerazione e da cui, poi, nasce il gol dell'1-0 di Raspadori. Sia chiaro, gol valido (il Var non può più intervenire per via che i granata nel frattempo avevano conquistato la palla ed erano ripartiti) ma se l'assistente Liberti alza la bandierina il gioco si ferma e chissà che succede dopo. In ogni caso, a parte l'episodio, la Salernitana ha poco a cui aggrapparsi: la buona volontà non porta a tiri in porta e neppure ad azioni di un certo pericolo. Dia a parte, la pochezza dei granata è preoccupante. Il Napoli? Quello che piace è la serenità del palleggio. Magari non proprio spettacolare, ma in ogni caso essenziale. Come i prestigiatori che nascondono il pallone agli altri.
Il Napoli ha la gestione anche mentale della partita, nonostante i padroni di casa mostrino vigore e determinazione inedite, frutto della gestione di Inzaghi. Il punto è che il divario è abissale sotto il profilo delle qualità individuali che gli azzurri mettono in evidenza con un fraseggio a tratti esaltante in altri irritante perché tutto fumo e molto poco arrosto. Il gol arriva al 12’ con un diagonale di Raspadori sull'assist dell'uomo ovunque, Lobotka.
Nella ripresa, stavolta, non c'è lo stesso rimescolamento di carte da parte di Garcia, il Napoli mostra il petto: al 4’ della ripresa arriva il palo di Politano. Inzaghi ordina una pressione praticamente a tutto campo, l'unica arma per provare a scardinare il bunker ordinato degli azzurri. Il derby si accende, il contropiede che sprecano Zielinski e Politano dopo un errore di Fazio, è roba da strapparsi i capelli. Il Napoli spinge e pure parecchio (Zielinski si fa respingere un tiro al 15’ da Ochoa) avendo sempre cura di non sbilanciarsi eccessivamente. Al 23' Garcia mette a riposo Kvara e Raspadori per Elmas e Simeone. Tradotto: non si esce dal 4-3-3. Cambia pure SuperPippo con gli innesti di Bohinen, Daniliuc e Stewart al posto di Ikwuemesi, Fazio e Legowski. In realtà non cambia nulla, lo spartito è lo stesso. Ed è il Napoli a mangiarsi le mani per le tante superiorità in ripartenza che non riesce a sfruttare. Il coraggio di Inzaghi è evidente, finisce con 4 attaccanti e una difesa che passa a tre perché tanto c'è poco da perdere. Ma il punto non è il numero di quelli là davanti ma di chi dà la palla. E infatti è proprio da una palla persa da Tchaouna sulla sinistra, Elmas trova l'angolo perfetto con precisione e morbidezza. Il 2-0 è risultato ovvio anche se il contropiede 5 contro uno gettato al vento al 91’ da Lobotka può essere studiato anche nelle scuole calcio. Sotto la voce: quando si perde la lucidità.