90 minuti di Serie A in due in panchina. Francesco Calzona e Emiliano Bigica hanno rischiato di incontrarsi mercoledì faccia a faccia in campionato da perfetti esordienti. A scongiurarlo ci ha pensato il calabrese del Napoli, che almeno ieri in Sardegna s'è preso l'esordio italiano con un amaro 1-1 che gli ha tolto anche la soddisfazione della vittoria solo all'ultimo minuto.
Non ha avuto nemmeno il tempo di ambientarsi, Calzona. Ammesso che gli servisse il tempo. Napoli la conosce, quello che conosce meno bene è come si sta in panchina in città. Almeno da primo allenatore. Si è catapultato nella nuova realtà addirittura con il Barcellona, poi la trasferta a Cagliari che sapeva di ultima spiaggia: missione - ovviamente, verrebbe da dire visto il Napoli di quest'anno - fallita sul più bello.
E dall'altra parte ci arriva l'esordio assoluto: Emiliano Bigica ha diretto fin qui solo i più giovani. Primavera prima a Firenze e poi a Sassuolo, con ottimi risultati ma non è lo stesso. Non può esserlo. Lui Napoli la conosce bene, ci ha giocato per due anni tra il 1999 e il 2001 - con un breve passaggio a Salerno -, poi ha girato l'Italia fino a capire che il futuro facesse rima con la panchina. La gestione Dionisi si è arenata definitivamente con l'Empoli, poi è arrivata la chance: provare a vincere è d'obbligo non solo per la classifica, ma anche per dimostrare a chi ha scelto che la speranza non è vana. E magari regalarsi un futuro diverso.