Spal-Napoli, l'amarezza dei social:
«Ci resta soltanto la Champions»

Spal-Napoli, l'amarezza dei social: «Ci resta soltanto la Champions»
di Delia Paciello
Lunedì 28 Ottobre 2019, 10:30
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Il pareggio di Juve e Inter aveva fatto brillare di speranza gli occhi dei tifosi azzurri, poi nulla di fatto e la domenica pomeriggio a Napoli si è d’un tratto trasformata in un lamento collettivo, fra indigestioni e colpi al cuore. Eppure solo qualche giorno fa tanto entusiasmo in Champions per la vittoria col Salisburgo che aveva portato la squadra in cima al girone sopra ai campioni in carica, poi l'1-1 amaro in casa della Spal. «Ormai per l’anno prossimo dobbiamo sperare di qualificarci in Europa League. Quest’anno cerchiamo di arrivare almeno agli ottavi di Champions per dare un senso a questa stagione», si legge ora per le piazze virtuali. Delusione e tante critiche da parte dei tifosi, i punti persi potenziano l’urlo dei più pessimisti: «Questo Napoli non è in grado di giocare in maniera decente, un grosso passo indietro rispetto agli anni passati»; «Hanno perso tutte le palle possibili, non è facile distruggere una squadra che giocava bene, ci hanno messo impegno».

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Ora prende nuovamente voce il pubblico anti-Ancelotti: «Basta, vattene»; «Non ci serve un pensionato in panchina»; «Deve continuare a rovinare questa squadra?»; «Mister taci, sei ridicolo»; «Sempre giocatori fuori ruolo»; «Abbiamo le occasioni e poi non segniamo mai: il gioco del calcio non consiste nel fare gol o nel creare occasioni?». Non è solo sfortuna, ormai i tifosi non ci credono più: «È vero, il palo... ma qui la palla non entra mai, bisogna sempre fare cose straordinarie per segnare». Insomma tutti scontenti, a Ferrara si doveva vincere: «Da sempre il Napoli ha problemi con le squadre piccole, ma quando miglioriamo la mentalità?».
 
 

Solo Ospina è riuscito a guadagnarsi una nota di merito in questo triste pomeriggio napoletano, grazie al salvataggio strepitoso. E in parte Milik per aver sbloccato la gara, insieme ad Allan, che sembra in crescendo. Poi neanche i veterani come Koulibaly o Mertens o il capitano Insigne hanno convinto del tutto: «Nessuno gioca al meglio, e se i singoli non danno il massimo questo Napoli non può andare da nessuna parte. Non siamo la Juve».

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E questo è proprio il nodo probabilmente: la valutazione dei singoli, il valore delle loro prestazioni. Il Napoli ha sfiorato l’impresa quando ogni giocatore ha dato oltre le sue possibilità mostrando impegno e continuità in ogni partita. Cosa che manca per ora nella stagione in corso. Anche i pilastri portanti non sono al top, e a parte Meret (ieri Ospina), Di Lorenzo e quasi sempre Mertens molti non si esprimono ancora al meglio. E così le previsioni positive basate sul rendimento ottimale dei giocatori sono andate a cadere. Forse errore anche di Ancelotti nella valutazione della rosa, e certamente del club quando ha alzato le aspettative parlando di scudetto. Certo, discorso che può cadere in un attimo non appena la squadra ingranerà grazie proprio al miglioramento dei singoli. La stagione è lunga, tutto può succedere. D’altronde il calcio è strano, non è una scienza esatta. E forse anche per questo è così affascinante e fa battere il cuore a un’intera città.
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