Orvieto. La giunta dice «no» a un impianto di recupero rifiuti. Amici della Terra attacca: «La sindaca ha tenuto segreta la vicenda»

Orvieto. La giunta dice «no» a un impianto di recupero rifiuti. Amici della Terra attacca: «La sindaca ha tenuto segreta la vicenda»
di Monica Riccio
Venerdì 29 Gennaio 2021, 21:51
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No ad un impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi a Ponte Giulio di Orvieto. E' unanime il diniego espresso dalla giunta Tardani nei confronti della richiesta di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di recupero di rifiuti promosso dalla Gi.Ga. Srl, società con sede a Gubbio, che lunedì 1° febbraio sarà discusso in Conferenza dei Servizi in Regione.

E per ribadire con forza il parere negativo della amministrazione comunale di Orvieto, giovedì 28 gennaio, la giunta ha emesso una delibera che accoglie, in pratica, la relazione che gli uffici tecnici del comune hanno redatto analizzando tutti gli aspetti della possibile installazione del sito in questione. Sarà dunque l'architetto Marco Roberto Rulli, dirigente del settore Tecnico del comune di Orvieto, a rappresentare l'ente orvietano in sede di Conferenza dei Servizi, convocata in via telematica dalla Regione Umbria, in particolare dal servizio Autorizzazioni Ambientali, per analizzare e valutare la richiesta.

L'istanza, presentata nel febbraio 2020, dalla società Gi.Ga. Srl, riguarda la richiesta di rilascio dell’Autorizzazione Unica (Au) per la realizzazione e l’esercizio di un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi, a quanto si apprende plastica nell'ordine stimato di 800 tonnellate al giorno, 400 in ingresso e 400 in uscita. L'impianto che l'azienda tifernate chiede di poter realizzare è finalizzato “al pretrattamento di rifiuti anche per l’ottenimento di rifiuti classificabili come rifiuti combustibili – si legge nella relazione tecnica - (combustibile da rifiuti), “pretrattamento di rifiuti destinati all’incenerimento o coincenerimento”.

Tale tipologia di impianto necessita pertanto di espressa Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), di qui il coinvolgimento da parte degli uffici regionali Agricoltura, Ambiente e Energia, del comune di Orvieto, della prefettura di Terni, del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Terni, del dipartimento di Prevenzione della Usl Umbria 2 e dei servizi regionali Energia e Rischio Idraulico.

Alla Conferenza dei Servizi di lunedì - la prima era stata convocata il 18 gennaio e poi rinviata - Rulli porterà dunque il parere negativo del comune di Orvieto. Alla base del 'no' della giunta ci sarebbero le criticità ambientali e logistiche - nella zona sono presenti vigneti e aziende vitivinicole - e l’ulteriore aggravio del carico del flusso della circolazione che l'eventuale realizzazione e avviamento di un simile impianto potrebbe portare in città.

«Il nostro operato – ha spiegato la sindaca Tardani - è stato improntato alla massima trasparenza e a un rigoroso approfondimento il cui esito non potrà non essere tenuto in considerazione dalla Regione Umbria. Sul tema dei rifiuti il nostro approccio è sempre stato chiaro: non accetteremo, come è avvenuto in passato, decisioni calate dall’alto che possano danneggiare il nostro territorio. Lo abbiamo dimostrato nei fatti anche recentemente opponendoci in maniera netta all’invio di un maggiore quantitativo di rifiuti da smaltire nella discarica de ‘Le Crete’, costringendo Regione e Auri a rivedere drasticamente la programmazione annuale dei flussi, e sollecitandoli a predisporre un piano regionale che superi il sistema delle discariche e colmi i ritardi accumulati sul fronte dell’impiantistica necessaria a chiudere il ciclo dei rifiuti».

«Il parere contrario che esprimeremo in Conferenza dei Servizi - spiega la sindaca - è ampiamente motivato dalle criticità ambientali e logistiche che comporterebbe la realizzazione dell’impianto proposto. Nelle nostre valutazioni - aggiunge - non possiamo inoltre non tenere conto che è in corso di elaborazione il nuovo piano regionale dei rifiuti e che dovrebbe essere eventualmente in questo contesto valutata la compatibilità di tale intervento».

Ma la trasparenza e le motivazioni della giunta, sembrano non aver convinto del tutto l'associazione Amici della Terra che tramite la presidente Monica Tommasi accusa la sindaca di aver voluto tener "segreta" la vicenda: «Abbiamo saputo, cinque minuti prima della votazione della delibera importante, della richiesta. Probabilmente, il Sindaco non l’ha ricevuta da soli tre giorni ma l’ha tenuta segreta fino ad ora. E ora, dalla delibera, non si capiscono le intenzioni della Giunta. Infatti, si esprime una posizione contraria ma si piagnucolano richieste e lamentele come se si desse per scontato che, comunque, l’impianto sarà realizzato. Un buon governo del territorio - continua Tommasi - richiede invece che i temi importanti vengano messi a conoscenza della popolazione e discussi, altrimenti non ci si può meravigliare se poi la gente si altera».

E sul tema dei rifiuti Tommasi va dritta al punto: «Il comune può avere un ruolo importante sui rifiuti - dichiara - abbiamo la più grande discarica regionale che potrebbe allargarsi ancora (come la Regione tenta di imporre da sempre) o limitare il proprio esercizio in modo residuale (come i cittadini chiedono da tanti anni). Il comune ha la possibilità, anche attraverso questa nuova richiesta, di trattare con la Regione, di avere voce in capitolo sul prossimo piano regionale dei rifiuti. Ma per fare questo, il Sindaco dovrebbe proporre e discutere una propria visione. Dovrebbe spiegare in che modo e in quale parte del ciclo dei rifiuti pensa di impegnare il comune di Orvieto, dedicando quali territori, con quale viabilità. Dovrebbe chiarire con la Regione, in vista del nuovo Piano, quale sarà il ciclo dei rifiuti e, se si produce Css (come quello previsto in questo impianto di cui si richiede l’autorizzazione), in quali impianti si pensa poi di utilizzarlo. Questi sono tutti elementi su cui il Sindaco potrebbe esercitare il proprio ruolo a nome dei cittadini di Orvieto e, persino, trattare con gli imprenditori le localizzazioni più opportune. Questo fa la differenza fra la trasparenza e i comportamenti oscuri, fra la partecipazione civica e le decisioni arbitrarie e calate dall’alto, fra prendere le decisioni o subirle. Insomma - chiude Tommasi - per decidere il futuro del territorio di Orvieto serve un sindaco, una giunta e un consiglio comunale. Per mettere il bollo tondo sulle decisioni di altri, è sufficiente l’ufficio postale."

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