Terni, il dilemma dei centri sportivi: nessuna indicazione su come ripartire

Terni, il dilemma dei centri sportivi: nessuna indicazione su come ripartire
Giovedì 16 Aprile 2020, 18:06 - Ultimo agg. 18:07
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Non più soltanto jogging sotto casa. Tra le ipotesi per la Fase 2 c’è la riapertura dei centri sportivi il prossimo 8 giugno. Non c’è solo la Serie A che vuole ripartire a tutti i costi, ma lo sport di base che rappresenta una preziosa valvola di sfogo, specie quando manca l’aggregazione. Ripartire sì, ma a quali condizioni? Sport individuali e con la mascherina? Sanificazione continua e niente spogliatoi? “Sospendere le attività è stata una decisione dura ma necessaria” dice Giovanni Scordo, presidente del Circolo Lavoratori 
Terni, prima polisportiva dell’Umbria con i suoi 93 anni di storia, oltre 3.200 iscritti e più di mille praticanti in undici discipline. “Per ora l’attività motoria si fa in casa, ma i nostri tecnici stanno pianificando la ripresa che vedo possibile forse tra giugno e luglio”. I punti di domanda sono tanti. Dagli attrezzi della palestra all’utilizzo della mascherina. “Ma ve lo immaginate?” risponde Scordo. “Non dobbiamo preoccuparci di far ripartire a tutti i costi un campionato – precisa - ma della salute dei nostri iscritti e dei cittadini. Nel periodo estivo ogni fine settimana abbiamo una media di 600 persone solo in piscina. Ma anche lì per ora nessuna indicazione”. E allora si cerca di capire quali corsi far ripartire e con quale partecipazione: “Stiamo studiando percorsi di accesso al parco, controlli, distribuzione di sostanze idroalcoliche e quanta gente far entrare contemporaneamente in determinati luoghi”. Distanziamento e protezioni preoccupano anche Maurizio Sciarrini, presidente del San Valentino Sporting Club: “Lo sport è socializzazione e contatto. Le videolezioni a distanza non possono durare a lungo perché il rapporto umano è la vera essenza della pratica sportiva. Già prima della chiusura avevamo installato dispositivi igienizzanti e aumentato la sanificazione dei locali. Inoltre il San Valentino Sporting Club è dotato di ampi spazi interni ed esterni. Ma quello che mi preoccupa sono le sezioni. Non si può praticare judo, karate, pallavolo, tennis o calcio con la mascherina protettiva e mantenendo la distanza minima di sicurezza. La chiusura anche di una sola attività rivolta alla cura della persona ed al benessere psico-fisico sarebbe una sconfitta. Le istituzioni devono garantire il sostentamento di tutte le attività del terzo settore e dello sport attraverso un contributo a fondo perduto per almeno un anno”. Condizione indispensabile per non fare collassare le attività sportive, in attesa del vaccino. Chi potrebbe ripartire? Si dice tennis e padel prima degli altri. “Stiamo facendo lavori di manutenzione per farci trovare pronti – dice Rocco di Berardo, presidente della Ternana Padel – per lo sport di base è un danno economico enorme, ma in questo momento non si possono fare calcoli. Bar, ristoranti, aziende, tutti dovranno fare i conti con la crisi. Credo che nei circoli si ripartirà senza utilizzare gli spogliatoi, almeno all’inizio. Ma lo sport è fondamentale sotto il profilo mentale per aiutare le persone ad uscire da questo tunnel”. 

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