Città del Vaticano – Il terremoto in Vaticano continua. Il Papa ha accettato le dimissioni del comandante della gendarmeria vaticana, Domenico Giani per avere firmato le disposizione segnaletiche contenute nel foglio di servizio diffuso internamente agli uffici d'Oltretevere sui quali apparivano le fotografie dei cinque impiegati con i loro nomi e cognomi. Il foglio doveva restare uno strumento interno ma è stato inviato da qualcuno all'esterno, sottoponendo di conseguenza le cinque persone (che non sono nemmeno indagate) a una gogna mediatica senza precedenti. «Anche come Comandante ho provato vergogna per quanto accaduto e per la sofferenza arrecata a queste persone» ha detto.
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Questo errore è costato a Giani il posto. Papa Francesco gli ha chiesto di fare un passo indietro e il comandante della gendarmeria, ammettendo che «la pubblicazione era altamente lesiva sia della dignità delle persone coinvolte, sia della stessa immagine della Gendarmeria» ha presentato una lettera d'addio.
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Il Papa ha voluto incontrare Giani e ringraziarlo per l'operato di questi anni.
In una intervista alla Radio Vaticana, Giani riconosce che «gli eventi recentemente accaduti hanno generato un grave dolore al Santo Padre e questo mi ha profondamente colpito. Sono trascorsi 15 giorni dalla pubblicazione del documento che era stato inoltrato ad uso interno esclusivamente per Gendarmi e Guardie Svizzere. Come indicato nel comunicato della Sala Stampa del primo ottobre, è in corso un’indagine e le persone coinvolte sono state raggiunte da un provvedimento amministrativo. L’uscita di questo documento, pubblicato da alcuni organi di stampa, ha certamente calpestato la dignità di queste persone».
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