Ratzinger, fedeli e capi di Stato: l’omaggio a Benedetto riunisce la cristianità

Mattarella e Meloni i primi a pregare davanti alla salma

L’omaggio a Ratzinger riunisce la cristianità, fedeli e capi di Stato pregano davanti alla salma
L’omaggio a Ratzinger riunisce la cristianità, fedeli e capi di Stato pregano davanti alla salma
di Franca Giansoldati
Martedì 3 Gennaio 2023, 00:46 - Ultimo agg. 09:19
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Disciplinati, rispettosi, pazienti. Dietro le transenne, sotto un cielo metallico e cupo, scorrono gradualmente i volti di decine di migliaia di persone. Il flusso è ininterrotto da ieri mattina e non cenna a diminuire. Probabilmente andrà crescendo fino ai funerali di Joseph Ratzinger. E in un solo giorno si è arrivati a superare quota 60 mila presenze. Qualche timido sorriso tra chi attende dietro le transenne, si rispetta il distanziamento sociale e la buona educazione. Nella tasca ogni tanto si vedono spuntare i grani di un rosario. È la gente comune che ha programmato la sveglia all’alba per prendere posto in fila, superare i controlli e salutare il Papa tedesco, il grande teologo, il mite pastore morto bisbigliando per l’ultima volta il suo grande amore per Cristo. La veglia funebre del primo pontefice dimissionario della storia moderna si è trasformata in un concentrato di simboli. C’è il nuovo e il vecchio assieme, c’è lo stupore davanti a tanta spiritualità, e la consapevolezza che qualcosa nella Chiesa effettivamente è cambiato per sempre. 

Papa Ratzinger, la salma a San Pietro: migliaia in fila. Meloni e Mattarella rendono omaggio nella basilica

IL TRIBUTO DEI LEADER

La prima autorità italiana che ha varcato il Petriano, sul lato sinistro del Colonnato, per entrare in basilica utilizzando il percorso dei vip è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Sono seguiti la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, accompagnata dal sottosegretario Alfredo Mantovano e dal ministro Francesco Lollobrigida. Poi è arrivato il ministro degli Esteri Tajani e tantissime personalità in carica e non più in carica. Nei prossimi giorni arriveranno altri capi di Stato, quello polacco, i reali del Belgio, il presidente tedesco. «È un momento collettivo che fa riflettere», commenta il cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio, accompagnando svelto alcuni amici a pregare in un banco laterale. 

IL BOOM INATTESO

Se per il mondo della politica i sondaggi funzionano da metro per misurare l’effettivo gradimento dei programmi dei partiti - facendo le dovute proporzioni - nella Chiesa è proprio la capacità di spostare e di influenzare il comportamento spirituale dei fedeli, da sempre, a essere rilevante. Riempire di folle devote le chiese, le piazze, i grandi spazi sono sempre stati test importanti per l’efficacia di un papato. San Giovanni Paolo II era considerato un abile ed efficace leader spirituale che ha segnato autentici record a livello mondiale. È rimasta ineguagliata la Giornata Mondiale delle Famiglie a Manila dove si favoleggiava che fosse stata seguita da quasi 10 milioni di persone. Un fiume umano di rara potenza che impressiona se si vanno a vedere le immagini dell’epoca. Oppure, ancora, le piazze traboccanti in Polonia o la catena umana lunga più di trecento chilometri che si formò spontaneamente nel suo primo viaggio apostolico in Messico, nel 1978, dalla città di Puebla a Città del Messico. Certo, erano altri tempi, la Chiesa faceva ancora tanta presa e il fenomeno erosivo del secolarismo non aveva ancora intaccato il bacino del cattolicesimo. Tuttavia la presenza delle folle resta una cartina di Tornasole. In questi giorni l’affluenza spontanea di persone semplici per l’addio al grande teologo ha preso in contropiede persino il Vaticano che non si aspettava una risposta tanto massiccia. 

Ultimamente la piazza vaticana, così come le celebrazioni di Papa Francesco risultavano parecchio sguarnite di persone, sicché osservare un ritorno devozionale del genere non può che essere accolto con fiducia. Per arrivare all’interno della basilica bisogna armarsi di santa pazienza. Su un catafalco, sotto il baldacchino del Bernini, è esposta la salma irriconoscibile del Papa Emerito). Appare smagrito e scavato. I Sampietrini in divisa che controllano l’avanzamento del serpentone umano, ogni tanto intervengono per chiedere alla gente di abbassare la voce, ma mai senza rovinare l’atmosfera sacra. In sottofondo le litanie accompagnano le preghiere. 

LITURGIA

L’ultimo rito del genere risale al 2005 quando morì Papa Wojtyla. A differenza delle esequie di San Giovanni Paolo II, stavolta non c’è un protocollo rigido e pomposo, sebbene è stato mantenuto il distintivo papale (come la esposizione della salma a San Pietro, gli abiti rossi pontifici del defunto, la prevista tumulazione nelle Grotte vaticane). L’attenzione del mondo mediatico è però sempre la stessa tanto che in piazza san Pietro si sono materializzate le postazioni delle maggiori televisioni del mondo, con inviati a seguito e corrispondenti. Una specie di circo mediatico con dirette h24. La decana dei vaticanisti, la messicana Valentina Alazraki è una veterana ma per via del fuso orario non dorme da due giorni. 

I RICORDI

Un gendarme in un angolo ricorda con tenerezza quando da cardinale Ratzinger gli portava la mattina presto un thermos di caffè caldo. Se lo faceva preparare da sua sorella Maria e lo portava a chi aveva montato la guardia la notte. «Un animo gentile e sensibile». Dal ritmo con il quale cresce di ora in ora il flusso di gente è difficile pensare che quell’ex Papa mite che dal 2013 viveva sul colle vaticano in clausura, non esercitasse più potere. Il suo biografo personale Peter Seewald ha confermato che non è mai stato un Papa ombra, eppure la sua influenza, il suo carisma, la sua eredità sono gli elementi che hanno risvegliato nuovamente l’attenzione del popolo cattolico.

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