Palestre, lunedì sera flashmob: «Prima la sicurezza ma fateci riaprire»

Palestre, lunedì sera flashmob: «Prima la sicurezza ma fateci riaprire»
di Luca Telli
Domenica 3 Maggio 2020, 08:20 - Ultimo agg. 20:15
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Musica alta e luci accese. La protesta del mondo del fitness passa da qui. 15mila i centri che, lunedì sera, aderiranno al flashmob lanciato dalla pagina Facebook ‘Apriamo le palestre’. 11mila iscritti, con numeri in crescita, tra i fondatori della quale c’è un viterbese: Franco Malè. Leggenda del body building italiano, un curriculum che pochi possono vantare nello sport del ferro, e le idee chiare come quando faceva vibrare le fibre del suo corpo.
 
«È una rivolta pacifica, come prima di noi hanno fatto i ristoratori al pari dei quali, dopo due mesi di stop, chiediamo risposte – dice Malè –. Devono darci una data su quando potremo tornare a lavorare. Senza una coordinata temporale è impossibile fare una programmazione, senza programmazione un’azienda non riesce a immaginare il suo futuro. Qui non si tratta della battaglia di un imprenditore, ma di quella di una categoria».

Che pesa molto. Secondo una stima, infatti, l’indotto derivante dal mondo del fitness gira intorno ai 12miliardi di euro. Una macchina che, inoltre, dà lavoro a 120 mila persone coinvolgendo attivamente 20 milioni di italiani. «Numeri che rendono bene l’idea di come la nostra realtà non abbia goduto della giusta attenzione e sia stata lasciata, incomprensibilmente, per ultima – continua Malè - Oltre ai titolari delle palestre, c’è tutto un macro cosmo da considerare, fatto di persone che rischiano, oggi, di non riuscire a mettere sul tavolo un piatto di pasta».

Da Viterbo a Roma. Da Napoli a Milano. Da Genova a Venezia, fino al più piccolo paese dove bilancieri e manubri abbiamo trovato una casa. «Domani sera saremo tutti connessi, tutta Italia lo sarà, ognuno porterà la sua testimonianza, piccola o grande che sia». Un esorcismo collettivo per scacciare le streghe nella consapevolezza che nulla sarà come prima.

«Sappiamo bene cosa c’è sul piatto e siamo pronti a rispettare le regole. Proprio per questo, per essere in grado di ripartire in piena sicurezza, abbiamo bisogno di conoscere le linee guida», dice Malè. Che non si ferma e azzarda soluzioni: dal gel igienizzante a una riapertura soft.

«Penso, per esempio, all’utilizzo degli spazi esterni per far dei corsi – dice- Oppure all’utilizzo contingentato delle macchine, sui dieci tapis roulants, per esempio, potrebbero funzionare cinque. L’importante è ripartire». Perché gli affitti, come le bollette, i finanziamenti e i leasing, continuano ad arrivare. «Problemi reali ma chi sceglie un lavoro come il nostro, che prima di un mestiere è uno stile di vita, non è abituato a gettare la spugna – conclude Malè – chiediamo
solo chiarezza, poi ci aiuteremo da soli»
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