Covid-19, a cena fuori nonostante l'isolamento: scattano le denunce

Covid-19, a cena fuori nonostante l'isolamento: scattano le denunce
Giovedì 5 Novembre 2020, 07:25 - Ultimo agg. 19:15
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E adesso partono le denunce. Troppe le persone che, sebbene in isolamento, violano l’obbligo di starsene in casa e sgattaiolano dalla porta per andare in giro. E ancora troppi quanti, in attesa del risultato del tampone, continuano a uscire in  barba ai principi di precauzione – e alle norme – che li obbligherebbero invece a non avere contatti con l’esterno fino al responso. È questo il quadro con cui si trovano a lottare ogni giorno i sindaci ma anche le forze dell’ordine nella Tuscia.

Goliardate da ragazzi? Furbizia nell’aggirare le regole? Non proprio, anzi: tutto il contrario, considerate le conseguenze. Emblematici alcuni casi avvenuti nelle ultime settimane, come quello di un’adolescente che, dopo aver effettuato il test e prima di conoscerne la positività o meno, ha pensato bene di uscire a cena con gli amici. Risultato? Una ventina di contagiati di due comuni diversi. Oppure, l’altro episodio di un positivo che è uscito per una cena del fantacalcio e ha contagiato quasi tutti i fantallenatori.

Ogni giorno, la Asl invia ai sindaci, ai carabinieri e alla prefettura i nominativi delle persone in isolamento (ovvero i positivi e i contatti stretti che vivono sotto lo stesso tetto), da tenere distinti dalle quarantene, ovvero persone che devono restare in casa perché hanno avuto rapporti con un positivo ma non hanno manifestato la malattia (per loro, tampone alla fine dei 10 giorni). Ma i controlli, viste le centinaia di persone coinvolte, sono difficili.

Una battaglia che da settimane vede in prima linea, tra gli altri, Franco Vita.

Il sindaco di Nepi, nell’annunciare l'altro giorno la chiusura dell’Istituto comprensivo Stradella per due settimane, ha parlato apertamente di decisione obbligata visti gli “incontri, assembramenti e riunioni nelle case e nelle strade, senza il rispetto delle prescrizioni di sicurezza”. Oltre alla “mancata segnalazione di casi di positività o di sintomatologia Covid-19 all’interno dei nuclei familiari e, in alcuni casi, il non rispetto dell’isolamento previsto in attesa del tampone”.

E oggi ritorna alla carica: “Molti non dicono di aver avuto contatti con positivi perché non vogliono stare in quarantena. E chi è in isolamento spesso non lo rispetta. Se prima – ammette Vita – era facile controllare con la polizia locale o i carabinieri visti che i casi erano pochi, ora che sono decine servirebbe l’esercito. Per fortuna, adesso la gente segnala a me o alle forze dell’ordine. Ricordo che si rischia la multa e la denuncia alla Procura della Repubblica. I carabinieri già hanno proceduto in questo senso”.

Ieri, intanto, nel Viterbese si sono registrati 3 decessi (una 71enne di Blera e una 77enne di Tarquinia, entrambe ricoverate a Belcolle, oltre a un ospite della casa di riposo San Raffaele Arcangelo di Bagnoregio di 76 anni) e 226 nuovi casi. Il trend dei contagi sembra quindi essere diventato costante in un range che va tra i 180 e i 220 al giorno. Nelle ultime 24 ore, infine, 36 i guariti.

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