Caso Pd a Caserta, Comunale scarica la Camusso: «Si faccia da parte»

Cresce la delusione tra i democrat dopo le critiche della commissaria

Susanna Camusso commissaria Pd a Caserta
Susanna Camusso commissaria Pd a Caserta
di Luisa Conte
Giovedì 21 Dicembre 2023, 09:21 - Ultimo agg. 17:13
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Susanna Camusso è stata chiara: l'anomalia del tesseramento non è imputabile ad un solo soggetto e nemmeno ad una parte del partito piuttosto che ad un'altra ma ad una modalità consolidata nel tempo che ha visto tutti impegnati a fare il maggior numero di tessere possibili per mostrare e dimostrare la propria forza sul territorio, per coltivare il proprio pezzo di orticello senza tener conto del vero senso di fare politica, dunque, senza individuare e strutturare una linea di pensiero che potesse coinvolgere la base e nemmeno le varie realtà amministrative di Terra di Lavoro. Tutti colpevoli. Come dire, nessun colpevole. E perciò tutto da rifare senza stare tanto a recriminare per un passato che deve semplicemente essere dimenticato. Una parentesi nemmeno tanto breve da cancellare. Come se tutto quanto accaduto la sequenza di commissariamenti, le tessere "farlocche", la polemica sui "capibastone", il ricorso al tribunale per dirimere una questione politica e di partito, le richieste di chiarimenti e confronti fossero nulla, un incidente di percorso su cui non vale la pena ragionare.

Ma c'è chi non ci sta ad accettare questo oblio, chi vuole chiarimenti e chiede ancora conferme. E poi c'è chi preme per l'azzeramento della giunta.

A quanto pare alcuni consiglieri ed esponenti politici del Pd casertano starebbero preparando un documento da protocollare in Comune per chiedere al sindaco di rivedere la formazione amministrativa. Emblematica la posizione dell'ex capogruppo Pd in Provincia Alessandro Landolfi al quale le parole della Camusso suonano come una ulteriore conferma del fallimento del partito. «Il problema non è legato a cosa dice e a come scrivere il regolamento. Forse bisogna pensare a che azione politica si vuole mettere in campo realmente. Perché - afferma il politico di Gioia Sannitica - non lo abbiamo capito. Sono 8 mesi che hanno iniziato una battaglia, nove mesi che sono diventati dirigenti di questo partito e solo ora si rendono conto che devono cambiare il regolamento. Caserta è una realtà difficilissima e con questa azione non ha semplificato il problema, non ha dissolto il dualismo ma lo ha fortificato dando man forte all'area trasversalista deluchiana e indebolendo il Pd».

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E se questo è il pensiero di molti esponenti del partito in merito alla situazione generale del Pd, non meno critica la posizione di chi vive la crisi anche all'interno del proprio gruppo consiliare. Parliamo della città capoluogo, dove anche alla Camusso non è sfuggito il malumore presente tra i componenti del gruppo in consiglio comunale. Ma anche in questo caso l'operato della Camusso non convince tutti e il capogruppo Pd Gianni Comunale punta il dito contro la commissaria che «in otto mesi non ha mai voluto aprire un dialogo con gli istituzionali e nemmeno con noi del gruppo consiliare per trovare soluzioni. Sarebbe stato semplice, ma niente. Ha parlato - continua il consigliere - solo con i centri sociali e poi si è chiusa a qualsiasi altra associazione. Ora parla di confronto, dice che il risultato elettorale a Caserta per le provinciali è deludente. Ma - sbotta Comunale - se veramente avesse voluto rilanciare la città e darle peso politico doveva essere lei la prima ad agire». Duro Comunale, che conclude il suo affondo: «Per me Camusso ha terminato il suo percorso che è stato un fallimento. E sono certo che anche nel gruppo consiliare riusciremo da soli a trovare la sintesi se tutti saranno disposti a dialogare mettendo da parte piani e progetti personali». Ma l'ottimismo di Comunale potrebbe spegnersi con l'azione dei suoi "colleghi" che insistono per il rimpasto. 

 

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