Manifestazione per la pace a Napoli, Emiliano in piazza con De Luca: «Subito cessate il fuoco»

Manifestazione per la pace a Napoli, Emiliano in piazza con De Luca: «Subito cessate il fuoco»
di Emiliano Caliendo
Venerdì 28 Ottobre 2022, 16:00 - Ultimo agg. 23:11
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«Believe me when I say to you, I hope the Russians love their children too». Tradotto in italiano: «Spero che anche i russi amino i bambini». Lo cantava Sting nel 1985 in un brano dal titolo “Russians” per l'appunto. Un messaggio di pace diretto alle classi dirigenti sovietiche e americane di allora. Ed è proprio sulle note di questa stessa canzone che, nel retropalco della “Marcia per la Pace” indetta dalla Regione Campania in piazza del Plebiscito a Napoli, il governatore Vincenzo De Luca lancia il suo appello per un cessate il fuoco in Ucraina. «Saremo in 50mila in questa piazza, è per questi ragazzi che dobbiamo arrivare al cessate il fuoco, che dobbiamo svegliare l'Italia e l'Europa dal sonno della ragione. Dobbiamo bloccare le armi, bloccare il bagno di sangue che è in atto» ha detto il presidente della giunta regionale campana. Per De Luca lo stop al rombo dei cannoni e dei bombardamenti è la precondizione per insediare «con le Nazioni unite una conferenza di pace alla quale dobbiamo chiamare a partecipare la Cina Popolare, che può esercitare una pressione decisiva nei confronti della Russia». «Mentre parliamo – ha ricordato - ci sono migliaia di giovani che muoiono in Ucraina, mutilati, deportati. Fermate le armi e cessate il fuoco, poi si insedi la conferenza di pace e in quella sede si discuterà nel merito l'equilibrio da trovare per riportare la pace». Per la guida di Palazzo Santa Lucia, in caso di distensione del conflitto «si porrà anche il tema dell’invio di armi all’Ucraina». «Questa è stata armata dall'Occidente e giustamente l'abbiamo messa in condizione di difendersi, ma oggi è necessario fermarsi un attimo, tutti devono fermarsi per consentire d'insediare la conferenza di pace», ha rimarcato. 

E mentre di fronte al Palazzo Reale si aprire una distesa arcobaleno di bandiere della pace – pochissime quelle ucraine a onor del vero – sono diversi gli esponenti istituzionali che sono scesi in piazza al fianco dell’ex sindaco di Salerno. A partire dal suo collega, Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che gli ha riconosciuto i galloni del leader nazionale, tanto da non disdegnare un’eventuale corsa di De Luca alla segreteria dem. «De Luca è indiscutibilmente il leader più importante del Mezzogiorno.

Questo va riconosciuto. Il suo senso dell'humor - ha sottolineato Emiliano - porta la sua capacità politica e di leadership a essere disconosciuta, ma il Pd non può fare a meno di lui in nessuna maniera. Va detto che anche lui deve fare qualche sforzo per rendersi più gestibile, perché non tutti sono capaci di maneggiare una Ferrari come De Luca». De Luca segretario quindi? «In questo momento di assenza di leadership – ha risposto il governatore pugliese - tutto è possibile ma non spetta a me dare prospettive a De Luca per il quale ho profonda ammirazione e stima». Sull’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, Emiliano allude all'ipotesi che in Occidente qualcuno stia approfittando del quadro geopolitico venutosi a creare per perseguire i propri interessi: «Napoli, come accade spesso nella storia, riesce a essere capace di intuizioni formidabili. Qui c'è un cervello collettivo di popolo che ha intuito le insidie ma anche le speranze di tutta una generazione, c'è una piazza piena di giovani che hanno detto la loro su come cambiare il senso a questa guerra, che qualcuno sta cercando di utilizzare oltre la finalità di tutelare il popolo ucraino. E questo non è possibile». 

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Ad ogni modo, la partita dell’invio di aiuti militari all’Ucraina da parte dell’Italia dovrà passare anche dal nuovo Parlamento, a maggioranza di centrodestra, dove a svolgere il ruolo di vice capogruppo del principale partito di opposizione, il Pd, c’è il deputato Piero De Luca, figlio del governatore Vincenzo. «Se la maggioranza deciderà di continuare con l’azione di sostegno al popolo ucraino, che già con il precedente governo abbiamo messo in campo, verificheremo concretamente l’impatto di queste misure e di queste decisioni», puntualizza De Luca junior. «Su queste tematiche di carattere internazionale – prosegue - l’importante è non sbandare: da parte di alcuni pezzi dell’attuale maggioranza c’è stata in questi mesi un’ambiguità intollerabile rispetto a un’aggressione per noi assolutamente ingiustificabile. L’Italia è e deve restare partner serio e affidabile dell’Alleanza Atlantica e deve continuare a lavorare all’interno della cornice europea da protagonista, in un quadro di sostegno alla popolazione ucraina e di richiesta forte di un cessate il fuoco. Solo così si potrà avviare una fase diplomatica e negoziale che porti alla pace». 

 

Tra i 25mila partecipanti che hanno voluto manifestare il loro no alla guerra e alla violenza, perlopiù scolaresche, sono stati centinaia i sindaci arrivati da tutta la Campania. A partire dal primo cittadino del capoluogo partenopeo Gaetano Manfredi: «Questo è un messaggio molto chiaro, nessuna ambiguità sul nostro sostegno all'Ucraina e per salvaguardare i diritti del popolo ucraino, però dall'altro lato la necessità di avviare un discorso che porti alla pace e che possa consentire di superare questo momento così difficile per l'Europa e per il mondo intero». Mentre per Carlo Marino, sindaco di Caserta e presidente regionale dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) «la presenza dei 550 sindaci della Campania sta lì a ricordare a tutti che secondo gli enti territoriali, partendo dai nostri cittadini e dalle nostre comunità, serve la pace e non la guerra per garantire i diritti». I municipi, insieme alle prefetture e le questure, sono stati infatti gli enti che hanno poi gestito l’ondata di profughi provenienti dall’Ucraina: «Ci siamo attivati sin da subito – ha spiegato Nello D’Auria, sindaco di Gragnano e segretario Anci regionale - sia con le associazioni del territorio che con il mondo ecclesiastico. Abbiamo subito aderito alle opportunità che il governo ci ha dato nell’ospitare i profughi ucraini, che a breve troveranno una sistemazione continuativa sul nostro territorio».

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