I bombardamenti del 1943, nel ricordo di Andrea Massaro

Per non dimenticare l’orrore della guerra e la vigliaccheria del fuoco amico, ma anche per ricordare chi su quella dolorosa pagina aveva speso tante energie in termini di divulgazione

Andrea Massaro
Andrea Massaro
di Massimo Roca
Sabato 9 Settembre 2023, 08:24 - Ultimo agg. 09:27
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Per non dimenticare l’orrore della guerra e la vigliaccheria del fuoco amico, ma anche per ricordare chi su quella dolorosa pagina aveva speso tante energie in termini di divulgazione. Il movimento Insieme per Avellino e L’Irpinia ricorderà il bombardamento di Avellino del 14 settembre 1943 questo pomeriggio al Circolo della Stampa di Avellino. Alle 17 l’incontro dal titolo “Settembre 1943: 80 anni dopo l’Irpinia non dimentica”. Chi, con pubblicazioni ed anche con un documentario, si è speso affinché il ricordo restasse vivo, è stato lo storico Andrea Massaro, venuto a mancare appena qualche settimana fa.

Così racconta i fatti di quei giorni: «A pochi giorni dalla firma dell’armistizio ed al momento dello sbarco di Salerno, la nostra città diventa un obiettivo di micidiali bombardamenti.

Fin dal 10 giugno 1940, giorno di entrata in guerra dell’Italia, gli avellinesi avevano appreso delle operazioni belliche solo dai giornali. La scena di relativa tranquillità cambia dopo l’8 settembre. La presenza delle truppe germaniche nel territorio induce gli Alleati, prima di entrare in città, a bonificare il territorio con pesanti e ripetuti bombardamenti a tappeto, specialmente con la distruzione di obiettivi strategici, della viabilità che conduceva a Salerno come il Ponte delle Ferriere e l’altro, il ponte di Montesarchio che conduceva a Benevento. Martedì 14 settembre, giorno di mercato, alle 10.55, uno stormo di 36 bombardieri quadrimotori lasciano cadere sulla città tonnellate di bombe, che, falliti gli obiettivi, vanno a colpire la città nei posti più affollati in concomitanza del mercato settimanale, Piazza della Libertà, il Corso Vittorio Emanuele, il Centro Storico, il Viale dei platani e altri punti della città, seminando morte e distruzione immane. Atti ufficiali parlano di tremila vittime, un patrimonio edilizio pubblico e privato e una città allo sbando furono il tragico tributo di sangue pagato dal capoluogo irpino ad una guerra insensata e priva di ogni ragionevole giustificazione. Le conseguenze dei bombardamenti saranno gravi anche nel tessuto civile e sociale. Gravi atti di sciacallaggio furono perpetrati nelle abitazioni e nei negozi abbandonati. Con il precipitare degli eventi la città rimase senza una guida e indirizzo nei soccorsi».

Furono otto le ondate di bombardieri che sconvolsero la città senza che uno squillo di sirene o altro allarme avvisasse la popolazione. Gli alleati volevano abbattere il ponte della Ferriera per rallentare la divisione tedesca di stanza nelle Puglie impegnata a contrastare le truppe americane sbarcate pochi giorni prima a Salerno. Il bilancio finale fu di tremila morti, 7953 vani distrutti o parzialmente distrutti, 1091 famiglie sinistrate per un totale di 5535 persone.

L’incontro odierno sarà moderato da Pasquale Luca Nacca del movimento Insieme per Avellino e L’irpinia: «Il messaggio che vogliamo trasmettere - dichiara - è di fare in modo che soprattutto le nuove generazioni capiscano quali avversità, quali pericoli hanno corso i nostri parenti, antenati, con tutte le conseguenze di atrocità immani che ancora oggi in varie parti del pianeta portano solo morti e distruzioni». In programma ci sono gli interventi di Marina Villani di Insieme per Avellino (Obiettivo distruggere il ponte e Gli IMI: l’altra Resistenza), dello storico Ottaviano De Biase (il caso Santa Lucia), del giornalista Gianluca Amatucci (Dati su danni, vittime e distruzione dei bombardamenti nel Sud Italia), della dirigente scolastica Mirella Napodano con il suo libro Ma l’amore no, del docente Pellegrino Caruso (Memorie di famiglia che diventano patrimonio comune) e del presidente Anpi Forino Contrada Antonio Galietta. Le conclusioni saranno affidate al docente Mariano Nigro che racconterà dell’opera di padre Carmelo Giugliano in favore degli avellinesi nel 1943.

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