«Se oggi in Irpinia nel settore dei rifiuti c'è il caos la responsabilità va ricondotta al sindaco di Avellino. Anche se legittima, infatti, la sua scelta di staccarsi dall'ambito è stata poco opportuna perché ha messo in crisi il sistema. E c'è di più: se la strategia relativa alla programmazione del servizio spetta all'Ato, è possibile che questo ente vada su una gestione interamente pubblica e il Comune capoluogo possa andare sulla mista? Sto ancora aspettando una risposta alla mia interrogazione dalla giunta regionale».
Sulla questione rifiuti, che occupa un posto di rilievo nel dibattito politico-amministrativo di questo periodo, interviene con una posizione molto netta il consigliere regionale irpino del M5S, Vincenzo Ciampi.
Il suo intervento è decisamente tranchant nei confronti di Gianluca Festa.
Per Ciampi questo concetto è fondamentale nel momento in cui si va ad organizzare un nuovo sistema e bisogna immaginare una strategia che accomuni il territorio provinciale, come d'altronde è nello spirito della legge regionale che punta ad una uniformità operativa. «Mi sembra evidente continua il riferimento pentastellato che nello spirito della normativa che regola il servizio dei rifiuti non si parla di frammentazione ma coesione. Un orientamento ripreso anche nello stesso Piano d'ambito proprio per evitare il formarsi di repubbliche a sé stanti. Chi non segue questa strada si stacca dal resto del distretto provinciale solo per gestirsi in proprio il suo giocattolo. Ma così non può funzionare. Festa sta applicando l'autonomia differenziata nel settore a livello locale, non considerando le conseguenze per l'intera provincia. E non tiene conto delle ripercussioni sui comuni più piccoli o marginalizzati rispetto al cuore operativo dell'attività collegata agli impianti».
Sull'Ato: «L'operazione parte con l'handicap dei costi elevati seppure dilazionati nel tempo - sottolinea Ciampi - come è stato detto nel corso delle ultime uscite dai vertici di Collina Liguorini. Le spese di costituzione della società di gestione e per l'acquisto dei mezzi determinano un certo esborso, bisognerebbe rapportarlo ad un'altra soluzione concreta. Come ad esempio potrebbe essere quella proposta dal presidente della Provincia che non mi pare sia peregrina, almeno a livello di logica. Poi si deve verificare la fattibilità. Questo dovrebbero farlo i sindaci visto che il denaro dovrà uscire dai bilanci comunali. Ma, a parte qualcuno, non vedo fermento, i primi cittadini sembrano meri spettatori di fronte ad una dinamica che, invece, li interessa direttamente. Serve al più presto un'altra assemblea dei sindaci».
Ciampi sottolinea come in questo dibattito la sua posizione è davvero super partes, non avendo esponenti Cinque Stelle da tutelare. Mentre i protagonisti della vicenda, secondo lui, ne fanno proprio una questione di interesse di parte. »Festa ma anche i presidenti di Ato e Provincia, D'Alessio e Buonopane, si muovono in base a logiche legate al consenso elettorale e ad appetiti clientelari. Vogliono solo garantirsi una posizione di potere e ciò non aiuta soluzioni che mirino al bene comune e all'interesse collettivo».