Il Fiano in vendita in Svezia a prezzi stracciati: «Ma non è il nostro Fiano di Avellino»

La gara promossa dal Monopolio svedese per l'acquisto di 30mila litri di Fiano

Teresa Bruno
Teresa Bruno
di Alberto Nigro
Sabato 16 Dicembre 2023, 07:00
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Il prezzo del vino all'estero finisce al centro del dibattito nella provincia di Avellino. Il punto di partenza è rappresentato dalla gara promossa dal Monopolio svedese per l'acquisto di 30mila litri di Fiano, con tappo a vite, con una base di prezzo di 3,30 euro al litro. La presidente del Consorzio di Tutela dei Vini d'Irpinia, Teresa Bruno, sollecitata da più parti, invita tutti alla calma perché «l'Irpinia del vino ha bisogno di serenità e coesione, non certo di allarmismi».

Innanzitutto, avverte, «bisogna essere chiari su un aspetto: la gara promossa in Svezia fa riferimento al Fiano in maniera generica, che è un vitigno coltivato in gran parte d'Italia, dalla Campania alla Puglia passando per la Sicilia e la Toscana.

Questo vuol dire che quel prezzo non può riguardare la nostra Docg che, per altro, si chiama Fiano di Avellino, non semplicemente Fiano, e non può essere imbottigliata con il tappo stelvin». Quanto ai prezzi medi sul mercato, evidenzia, «non vengono sicuramente inventati al momento, ma sono già esistenti ed è da lì che si parte, per poi, eventualmente, salire». Venendo alla Docg irpina, non manca un riferimento alla possibilità di imbottigliarla in altre parti d'Italia. «Se questo accade - dice - è perché il disciplinare, che non è stato scritto oggi, lo consente. Questo consorzio ha già avviato il percorso per ottenere un restringimento e fare in modo che anche l'imbottigliamento, così come la produzione di uva e la vinificazione, avvenga sul nostro territorio, ma i tempi sono lunghi perché l'iter prevede innanzitutto un passaggio ministeriale e, successivamente, l'approvazione della Comunità Europea». Nel frattempo, proprio per il Consorzio giungono buone notizie. «Stando alle informazioni raccolte, attendiamo solo l'ufficialità per la riconferma dell'erga omnes da parte del Ministero per i prossimi tre anni». Si tratta, nella sostanza, del riconoscimento della rappresentatività del consorzio rispetto alle produzioni vitivinicole del territorio. «Siamo davvero soddisfatti - afferma Bruno - perché, grazie all'ingresso di 80 nuovi soci, siamo al 78% per quanto riguarda il Fiano di Avellino, al 77% per il Greco di Tufo, all'82% per il Taurasi e a circa l'80% per l'Irpinia». Questo, sottolinea, «significa che il Consorzio nell'ultimo anno si è molto rafforzato ed è una bellissima notizia che va di pari passo con quella dell'inaugurazione, a breve, della nuova sede che rappresenterà un punto di partenza importante per una realtà strutturata che vuole lavorare per non sprecare alcuna occasione, a patire da quelle offerte dal Pnrr».

Per questo, Bruno intende ringraziare «tutti i soci che ci hanno sempre creduto e quelli che sono appena entrati perché rappresentano la vera linfa vitale del nostro territorio» ed invitarli a partecipare «all'assemblea di fine anno che si terrà il 27 dicembre presso il carcere borbonico di Avellino». Riflettori puntati, inoltre, su Vinitaly 2024 visto che la Camera di Commercio ha fatto sapere che a partire dal 18 dicembre e fino al 10 gennaio sarà possibile presentare le domande di partecipazione. «Si tratta di un appuntamento molto importante - afferma Bruno - e proprio per questo la prossima settimana il Consorzio pubblicherà un bando rivolto in particolare ai piccoli produttori, ma non solo, che vorranno condividere lo stand consortile godendo sia della visibilità che dei servizi che il Consorzio può offrire». 

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Tra questi ultimi, anche gli interpreti «che possono aiutare nel racconto» e gli eventi «utili ad attrarre importatori e stakeholders». Insomma, incalza Bruno, «c'è tanto da fare e non si può sprecare il tempo a creare allarmismi e lanciare accuse. Dobbiamo attivarci, al contrario, per portare un minimo di serenità al comparto perché un ambiente ostile non aiuta il mercato». 

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