Omicidio Bembo, il pm: «I due accusati tornino in carcere»

Discusso l'appello cautelare

Striscioni per ricordare Roberto Bembo
Striscioni per ricordare Roberto Bembo
di Alessandra Montalbetti
Sabato 28 Ottobre 2023, 10:14
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Omicidio Bembo, discusso l'appello cautelare presentato dal pm del tribunale di Avellino, Vincenzo D'Onofrio. La procura aveva chiesto l'annullamento dell'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, mentre l'avvocato Gaetano Aufiero difensore dei due imputati, ha chiesto conferma dell'ordinanza di custodia degli arresti domiciliari e il rigetto nel merito dell'appello. Ora la parola passa ai giudici del tribunale del riesame di Napoli che al momento si sono riservati. I giudici del tribunale partenopeo sono chiamati a decidere se annullare o meno l'ordinanza emessa il 28 luglio scorso dal gip del tribunale di Avellino, con la quale Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo furono posti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Dunque si attende il verdetto dei giudici del tribunale del riesame con il quale verrà stabilito se per i due presunti responsabili dell'omicidio del giovane di Mercogliano dovranno riaprirsi le porte del carcere, dove erano detenuti in stato di custodia cautelare sino a fine luglio, oppure potranno restare ai domiciliari.

Il provvedimento di attenuazione della misura cautelare, emesso dal gip del tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, in accoglimento dell'istanza presentata dall'avvocato Gaetano Aufiero, difensore degli indagati, era stato impugnato dal pubblico ministero. Il sostituto procuratore aveva presentato appello avverso il provvedimento di attenuazione delle misure cautelari. I due rispondono dell'omicidio del 21enne di Mercogliano, Roberto Bembo, ucciso con tre coltellate all'alba di Capodanno davanti al bar di Torrette di Mercogliano per futili motivi.

Dall'analisi delle telecamere di un negozio si evince che i due indagati hanno subito un'aggressione da parte del 21enne di Mercogliano, deceduto l'11 gennaio nel reparto di terapia intensiva, a causa delle conseguenze provocate dai tre fendenti. Circostanza che aveva già riferito Nico Iannuzzi durante l'udienza di convalida dell'arresto al gip Cassano. Aveva chiarito di aver accoltellato Bembo dopo essere stato vittima, assieme a Luca Sciarrillo, di una brutale aggressione da parte della comitiva del 21enne di Mercogliano. E difatti dalla visione del filmato emerge la colluttazione tra i due gruppi rivali. Il gip nell'ordinanza di attenuazione della misura asserisce: «la rissa in primo momento viene sedata da alcuni presenti, ma dopo si nota che Roberto Bembo di corsa raggiunge di nuovo Iannuzzi e i fratelli Sciarrillo che si trovavano sul marciapiede opposto al bar di Torrette, e di qui nasce una seconda colluttazione che si conclude con il tragico ferimento mortale di Bembo».

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Il gip Ciccone inoltre precisa «è da ritenersi credibile almeno in parte, che dopo essere stati brutalmente picchiati abbiano alzato il livello dello scontro essendo provvisti di un coltello, detto molletta». I nuovi elementi investigativi emersi dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza «comporta i suoi effetti sotto il profilo dell'adeguatezza e della proporzionalità della misura cautelare, alla luce anche della costituzione, dell'ammissione dei fatti e del comportamento tenuto dai due indagati, e il pentimento mostrato da Iannuzzi dopo l'efferato delitto». Per questo il gip ha considerato «maggiormente adeguata, in questa fase la restrizione ai domiciliari anche alla luce dell'inevitabile rivisitazione critica dell'efferato delitto». Dopo l'attenuazione della misura gli amici di Bembo, la notte tra il 28 e il 29 luglio si recarono davanti al tribunale di Avellino per affiggere degli striscioni considerati oltraggiosi dalla procura "Giustizia per Roberto, vergogna". Per questa vicenda ci sono anche già i primi due indagati.

 

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