Mercogliano: omicidio Bembo, la sequenza in un video

Pubbliche le motivazioni dell'ordinanza del Gip

Il corteo per l'omicidio Bembo
Il corteo per l'omicidio Bembo
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 10 Agosto 2023, 08:26
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Omicidio Bembo, i due presunti autori sono stati scarcerati e sottoposti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico anche sulla scorta di quanto emerge da un nuovo video acquisito nel corso delle indagini. Dalle immagini delle telecamere di un negozio si evince che i due indagati hanno subito un'aggressione da parte del 21enne di Mercogliano deceduto l'11 gennaio nel reparto di terapia intensiva, a causa delle conseguenze provocate dai tre fendenti. Circostanza che aveva già riferito Nico Iannuzzi durante l'udienza di convalida dell'arresto al gip Cassano. Aveva chiarito di aver accoltellato Bembo dopo essere stato vittima, assieme a Luca Sciarrillo, di una brutale aggressione da parte della comitiva del 21enne di Mercogliano. E difatti dalla visione del filmato emerge la colluttazione tra i due gruppi rivali. Il gip nell'ordinanza di attenuazione della misura asserisce: «La rissa in primo momento viene sedata da alcuni presenti, ma dopo si nota che Roberto Bembo di corsa raggiunge di nuovo Iannuzzi e i fratelli Sciarrillo che si trovavano sul marciapiede opposto al bar Verdarina, e di qui nasce una seconda colluttazione che si conclude con il tragico ferimento mortale di Bembo». Il gip Ciccone inoltre precisa «è da ritenersi credibile almeno in parte, che dopo essere stati brutalmente picchiati abbiano alzato il livello dello scontro essendo provvisti di un coltello, detto molletta». Detta ricostruzione corroborata anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza «comporta i suoi effetti sotto il profilo dell'adeguatezza e della proporzionalità della misura cautelare, alla luce anche della costituzione, dell'ammissione dei fatti e del comportamento tenuto dai due indagati, e il pentimento mostrato da Iannuzzi dopo l'efferato delitto».

Per questo il gip ha considerato «maggiormente adeguata, in questa fase la restrizione ai domiciliari anche alla luce dell'inevitabile rivisitazione critica dell'efferato delitto». Attenuazione della misura che è stata già impugnata dal sostituto procuratore Vincenzo D'Onofrio. Si attende la fissazione dell'udienza davanti ai giudici del tribunale del riesame. Intanto dopo il corteo organizzato dagli amici di Roberto Bembo per «chiedere verità e giustizia» non sono mancate le polemiche. L'avvocato dei due indagati, il penalista Aufiero ha duramente contestato l'autorizzazione del corteo considerandolo «un gesto di inciviltà». Sul punto interviene anche la Camera Penale Irpina con una nota firmata dal presidente Quirino Iorio che ha manifestato la sua solidarietà al collega Gaetano Aufiero precisando che «dopo aver espresso umana comprensione per le ambasce dei genitori della giovane vittima, ha richiamato la necessità di rispettare le decisioni dei giudici, che se non condivise possono essere legittimamente criticate attraverso le forme previste dall'ordinamento, ma giammai additate ad esempi di ingiustizia né indicate come meritevoli di rimedi privati, si è scatenata una disordinata canea in cui ciascuno ha ritenuto di voler dire - a sproposito - la sua che tra tutte, l'affermazione più indecente pare essere quella secondo la quale per il pur grave delitto in contestazione il carcere preventivo non sarebbe sostituibile con nessuna altra misura, ancorché l'ordinamento penale italiano sancisce principi assolutamente opposti cui si è conformato il Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Avellino».

Il presidente della Camera Penale invita «ad evitare di tentare di condizionare la libertà di azione e la serenità delle decisioni, mediante forme di pressione che travalichino il legittimo diritto di critica verso l'operato degli attori del processo penale».

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