Il Partito democratico candida il consigliere Luigi D'Angelis alla vicepresidenza della Provincia. A comunicarlo è la segreteria provinciale di via Tagliamento. Un passaggio che inaugura la resa dei conti tra il Pd e l'inquilino di Palazzo Caracciolo, Rizieri Buonopane. Un'indicazione che il Pd avanza partendo dal risultato ottenuto. La lista dei democratici ha guadagnato la maggioranza dei seggi eleggendo quattro consiglieri, il sindaco di Grottaminarda, Marcantonio Spera, che ha portato a casa anche la fascia del candidato più votato della tornata elettorale, gli uscenti Luigi D'Angelis e Laura Cervinaro, consiglieri di Cairano e Ariano, e la new entry Antonello Cerrato, consigliere comunale di Montoro. La segreteria provinciale rivendica il peso specifico del partito all'interno della rinnovata assise di Palazzo Caracciolo e, soprattutto, evidenzia «il rilievo ed il valore politico di questo passaggio elettorale grazie al quale si conferma la capacità attrattiva del Pd, forza in grado di esprimere una classe dirigente diffusa sul territorio, la capacità di essere riferimento saldo per gli amministratori in termini di proposta, di idee, di progettualità».
Questo quanto si legge in una nota con cui la federazione annuncia di aver deciso, di concerto con i consiglieri provinciali, di reclamare la vicepresidenza dell'ente individuando nel criterio delle preferenze ottenute quello oggettivamente più valido e corretto, «ed avendo rinunciato il consigliere che ha ottenuto il maggiore consenso, il candidato individuato dal Pd per il ruolo di vice presidente della Provincia di Avellino è Luigi D'Angelis, consigliere provinciale di comprovata esperienza, riferimento indefettibile per gli amministratori irpini, persona dotata di competenze amministrative e di lucidità di visione politica».
Ma all'interno del Pd non tutti condividono l'acuirsi dello scontro e c'è chi invoca la convocazione degli organismi dirigente. Ida Grella, componente della direzione provinciale, commenta: «nonostante lo spettacolo di divisioni evidenti e a tratti volgari tra il presidente della Provincia, che è e resta un riferimento istituzionale del partito, e il Pd stesso, siamo riusciti ad ottenere un risultato ottimo. Parliamo di una lotta interna che non ha alcuna ragion d'essere, basterebbe prendere coscienza che i nostri avversari politici sono a destra, non nel partito. Dalla segreteria c'è un'invasione di campo totale, visto che quella del vicepresidente è una nomina fiduciaria del presidente. Senza confronto con Buonopane, non si fa altro che allargare il solco di una rottura inspiegabile. Bisognerebbe, invece, discutere insieme al presidente del progetto politico della Provincia. Per farlo, però, bisognerebbe convocare la direzione provinciale, appuntamento che avrebbe dovuto tenersi già prima del voto ma così non è stato».