Carcere di Airola: ricerche no stop per trovare l'altro detenuto in fuga

Ieri dopo tre mesi è stato rintracciato uno degli evasi

Il carcere di Airola
Il carcere di Airola
di Giovanna Di Notte
Venerdì 30 Giugno 2023, 09:52
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È durata tre mesi la fuga del 22enne che, insieme a un altro detenuto, lo scorso marzo è evaso dal carcere minorile di Airola. R.B. è stato rintracciato dalla polizia nella sua città d'origine, Castel Volturno, ed è stato trasferito presso la casa circondariale di Nisida. Continuano, intanto, le ricerche per risalire anche al suo compagno di cella, un 21enne napoletano. L'evasione dei due giovani aveva suscitato numerose polemiche, soprattutto per le modalità di fuga: i baby detenuti, infatti, nel cuore della notte, erano riusciti a scendere dal secondo piano dell'edificio con il classico metodo del «lenzuolo annodato». Una volta giunti nel giardino, situato nella parte posteriore della struttura, erano riusciti a fuggire forzando una porta di ferro, lasciata poi socchiusa.

Sarebbe stata proprio questa dimenticanza a far scattare l'allarme e, a rendersi conto del portone aperto, era stato un addetto alla portineria. Dei giovani, però, si erano già perse le tracce. A quanto pare, poco prima era stato effettuato il giro d'ispezione notturno tra le celle e, probabilmente, i due pregiudicati avevano aspettato la perlustrazione di routine per poi mettere a segno il folle piano in pochissimi minuti. Il giovane originario del Casertano, imputato di ricettazione, avrebbe finito di scontare la sua pena l'anno prossimo. La fuga dei due, entrambi maggiorenni e reclusi nell'Ipm di Airola, ha inevitabilmente riacceso i riflettori sulle problematiche esistenti presso la casa circondariale di corso Montella: le principali criticità riguardano le condizioni strutturali del vecchio edificio, dove a breve dovrebbero partire importanti lavori di riqualificazione, ma anche la mancanza di personale.

Sulla questione sono intervenuti in queste ore i sindacati di polizia penitenziaria. «I complimenti ha detto Sabatino De Rosa, del Sappe - vanno al personale delle varie forze di polizia che hanno collaborato e portato a termine l'operazione con la cattura».

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Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha evidenziato che «la grave vicenda aveva portato alla luce le priorità della sicurezza, spesso trascurate, con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria. Le fiction tv forniscono una visione distorta della quotidianità nelle carceri minorili. La realtà è un'altra, conseguenza di anni di ipergarantismo nelle carceri dove la situazione ha precisato - è allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti, che vedono coinvolti gli uomini e le donne della polizia penitenziaria, i quali svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser ha aggiunto - potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza». Dall'Uspp, infine, è partito l'ennesimo appello del presidente Giuseppe Moretti e del segretario regionale campano Ciro Auricchio: «Basta detenuti maggiorenni nel circuito penale minorile, specie quelli con elevato spessore criminale che inquinano la progettualità della giustizia minorile». 

 

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