Benevento, mancano 4.840 lavoratori nelle aziende sannite: così l'economia arranca

Cresce il fabbisogno di figure professionali

Emergenza lavoro nel Sannio
Emergenza lavoro nel Sannio
di Antonio Mastella
Sabato 15 Aprile 2023, 09:01 - Ultimo agg. 17:14
4 Minuti di Lettura

Cresce ancora il fabbisogno di figure professionali da impiegare nel mondo produttivo sannita. Nel trimestre che va da aprile a giugno, le aziende hanno l'esigenza di inserirne nel proprio organico 4840; 1230 delle quali nel solo mese in corso. Ne occorrevano 3630 nello stesso arco di tempo dello scorso anno. L'incremento, dunque, della disponibilità occupazionale è di 1250 unità.
E, tuttavia, aumenta di pari passo la difficoltà se non l'impossibilità di reperire le professionalità di cui l'imprenditoria locale nel suo complesso ha bisogno. Nel 2022 il 39% degli imprenditori aveva problemi enormi, a tratti insormontabili, nella ricerca ed il reclutamento dei professionisti necessari a garantire la regolarità della propria attività; a doversi misurare con lo stesso grattacapo oggi è il 48%. Un balzo in avanti di 11 punti percentuali che condiziona in certa misura le possibilità di sviluppo dell'economia a dispetto di tutti i progetti e le pianificazioni che si predispongono. E' il quadro che viene fuori dal rapporto del sistema informativo Excelsior grazie alla puntuale indagine condotta da Unioncamere insieme con l'Agenzia nazionale per le politiche del lavoro (Anpal, in sigla), con il supporto delle camere di commercio per la rilevazione delle esigenze occupazionali delle imprese nel periodo posto sotto la lente di ingrandimento.
«E' un'analisi - conferma Claudio Monteforte, presidente della piccola industria di Confindustria del Sannio - che risponde drammaticamente al vero. Un impedimento notevole al rinvenimento delle risorse umane necessarie è da attribuirsi al reddito di cittadinanza ma anche alla disaffezione verso alcuni tipi di lavoro come quelli, ad esempio, propri del mondo delle costruzioni». L'organizzazione degli industriali ha messo in piedi di suo un'iniziativa volta ad incrociare domanda ed offerta di lavoro. «Abbiamo a nostra disposizione la Jobmarket - conferma che, in qualche misura riesce a coprire le nostre occorrenze. Siamo tuttavia lontani dalla loro soddisfazione, pur avendo in dotazione questo strumento».


E' una complicazione della quale si dice estremamente preoccupato Luigi Simeone, segretario generale della Uil Irpinia-Sannio. «E' un vero e proprio intralcio all'occupazione locale - è la sua riflessione - dovuto al tipo di formazione. Ormai i nostri ragazzi sono tutti liceali; quelli che frequentano gli istituti professionali sono sempre di meno e ricevono una preparazione che non risponde in maniera aggiornata ai bisogni dell'universo imprenditoriale, per le continue costanti innovazioni che lo caratterizzano. Regione e mondo industriale, tra l'altro, devono convincersi che gli Its post diploma non sono sufficienti a creare le maestranze opportunamente preparate».

E allora? «Va recuperata-  puntualizza il leader sindacale - la specializzazione, che sia però veramente tale, negli istituti tecnici».

Al di là della possibilità o meno di colmare i vuoti in organico, in ogni caso, si evince che il settore che ha più impieghi da proporre, ancora una volta, è quello delle costruzioni. Nel trimestre preso in esame si scopre che abbisogna di 1110 maestranze; erano 910 nel 2022. Segue il comparto dei servizi alle persone, per il quale sono programmati 1080 posizioni da occupare; una realtà che raddoppia, letteralmente, rispetto allo scorso anno. In terza posizione, con 530 disponibilità, le stesse del 2022, il segmento ancora dei servizi ma di quelli che servono a coprire le attività di ristorazione, alloggio e turismo. Viene quindi il ramo commerciale, che necessita di 430 lavoratori; occupava la terza posizione lo scorso anno con 570; un crollo con 140 possibilità in meno. Chiude la classifica, con 220 offerte, il mondo legato ai servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio.
Da segnalare che la natura del rapporto giuridico tra impresa e dipendente potenziale è in larga parte precaria dal momento che il 54% (55, nel 2022) delle assunzioni è a tempo determinato mentre è del 28 a tempo indeterminato, un numero immutato rispetto allo scorso anno. Le figure più ricercate sono quelle degli operai specializzati, conduttori di impianti, dirigenti e specialisti tecnici. Ammontano, come per l'anno che è alle spalle, al 55% cento del totale.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA