Ospedale Rummo di Benevento, nodo medici: in servizio fino a 70 anni

Si punta ad evitare perdite di personale

Benevento, Rummo, nodo medici: in servizio fino a 70 anni
Benevento, Rummo, nodo medici: in servizio fino a 70 anni
di Luella De Ciampis
Martedì 23 Gennaio 2024, 09:52 - Ultimo agg. 10:50
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Al «Rummo» si fa affidamento anche sul prolungamento del servizio e sulle convenzioni esterne per non perdere personale medico che potrebbe essere completamente reintegrato nell'arco di un biennio, con l'immissione in servizio di 40.000 specializzandi sul territorio nazionale, mentre nasce la prima bimba con la procedura del parto indolore, attivata il 15 gennaio.

Sarà trattenuto in servizio fino al compimento del 70esimo anno di età il dirigente medico in servizio nel reparto di Pneumologia dell'ospedale cittadino, in seguito alla sua richiesta. Contestualmente, è stata stipulata una convenzione con l'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta per il reclutamento di un medico di malattie dell'apparato respiratorio

La possibilità di prolungare l'attività, fino al compimento del 70esimo anno di età, dei medici già in età pensionabile, rappresenta una notevole boccata di ossigeno per il «Rummo», tanto più che la maggior parte dei medici sceglie di rimanere in reparto ancora per qualche anno dopo aver maturato i requisiti per entrare in quiescenza. Considerata la data di assunzione, che risale alla metà e alla fine degli anni 80, di una buona fetta di professionisti del «Rummo», la decisione di rimandare di qualche anno la pensione potrebbe dimostrarsi salvifica per la struttura. Infatti, riuscire a mantenere le posizioni e gli equilibri almeno per il prossimo biennio, senza cedere allo sconforto di fronte alle difficoltà oggettive di reclutare personale, potrebbe rappresentare la soluzione migliore, visto che, secondo la federazione Cimo Fesmed, criticità al riguardo dovrebbero essere superate nei prossimi due anni. 

«La carenza di medici specialisti nel Servizio sanitario nazionale - dice Guido Quici, presidente nazionale Cimo Fesmed e direttore dell'unità complessa di Epidemiologia del Rummo - è destinata a essere superata nei prossimi due anni, quando l'aumento delle borse di specializzazione adottato dal 2019 produrrà i suoi effetti, mettendo a disposizione delle aziende sanitarie nazionali almeno 40.000 neo specialisti, che rappresentano un numero superiore rispetto ai pensionamenti previsti.

Ovviamente, il nostro ospedale, come già sta facendo, dovrà procedere celermente con concorsi e assunzioni per riempire i buchi di organico, mentre a livello più generale sarà necessario anche trovare un modo per incentivare i giovani a scegliere quelle specializzazioni meno richieste, a partire dal settore dell'emergenza. In quest'ottica, un ampliamento sconsiderato del numero dei posti alla facoltà di Medicina, o addirittura l'abolizione del numero chiuso, sarebbero deleteri per il futuro dei ragazzi, che verrebbero illusi da uno Stato incapace di garantire loro, in prima battuta una formazione di qualità e poi un lavoro certo».

Intanto Ludovica, 3,525 kg di peso, è la prima bimba nata nel reparto di Ginecologia e ostetricia, con il parto indolore perché è stato appena attivato il percorso che consente di partorire in analgesia, grazie alla presenza in sala parto dell'anestesista, supportato da un team multidisciplinare. Si tratta di un vero e proprio salto di qualità per l'azienda ospedaliera, che non aveva mai avuto questo tipo di servizio, dal primo marzo attivo anche di notte. «Il parto - dice il direttore generale Maria Morgante - è un momento di fondamentale importanza nella vita della donna e della famiglia. La gestione e il trattamento del dolore assumono anche una valenza di natura etica. Il nostro obiettivo è quello di accompagnare la partoriente fino al momento della nascita senza sofferenza, attraverso il parto in epidurale e senza interferire sulla dinamica fisiologica del travaglio stesso, permettendo alla futura mamma di partorire in modo naturale e spontaneo». 

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Potenziamento del servizio reso possibile da un'attività di programmazione e formazione del personale, con l'umanizzazione del percorso della nascita che non può non passare attraverso il miglioramento complessivo dell'esperienza della madre, sia sotto il profilo medico che emotivo e psicologico, alla base del lavoro di équipe coordinato dai primari di Anestesia e rianimazione e di Ginecologia e ostetricia, Vincenzo Colella e Luciano Pino

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