Due importanti ritrovamenti archeologici sono emersi dal sottosuolo delle aule della scuola Pietà, in via dei Mulini, dove sono in corso da alcuni mesi i lavori di ristrutturazione appaltati dall'amministrazione comunale. Si tratta di una tomba, dove era ancora visibile uno scheletro, probabilmente un uomo di piccola corporatura, e di alcune mura. Secondo i primi accertamenti effettuati, la tomba sarebbe di epoca medioevale, mentre le mura risalgono al periodo romano.
Sul posto, per effettuare sopralluoghi e rilevamenti, si sono già recati i funzionari della Soprintendenza belle arti e paesaggio, immediatamente allertati dai responsabili del Comune e dell'impresa che sta eseguendo i lavori.
«Siamo di fronte a due reperti - ha detto Simone Foresta, responsabile provinciale della Soprintendenza - di epoca diversa e la cui rilevanza andremo a valutare nelle prossime ore, dopo che avremo effettuato ulteriori sopralluoghi e verifiche». La scoperta, naturalmente, almeno per il momento ha determinato il blocco dei lavori e determinerà anche disagi agli studenti. La questione è stata affrontata proprio ieri mattina a palazzo Mosti, nel corso di una riunione che era stata già programmata da tempo, tra il sindaco Clemente Mastella, l'assessore alle opere pubbliche Mario Pasquariello, il dirigente comunale Antonio Iadicicco, i dirigenti scolastici delle scuole cittadine e il nuovo consigliere comunale delegato all'istruzione Marcello Palladino, per fare il punto sulla situazione generale. «I lavori ora sono sospesi - ha confermato lo stesso Palladino - ma abbiamo avuto rassicurazioni circa la possibilità di trovare una soluzione. Siamo in continuo contatto attraverso il dirigente Iadicicco con la Soprintendenza, che ci farà sapere a stretto giro le sue determinazioni, ma c'è un cauto ottimismo. Difficile, per ora, fare altre anticipazioni».
Secondo Maurizio Bianchi, fondatore e responsabile del gruppo «Benevento Città Nascosta», il nuovo ritrovamento archeologico non costituisce affatto una sorpresa, ma la conferma dell'importanza a livello storico anche del sottosuolo del quartiere Pietà. «A Benevento, dovunque si scava esce sempre qualcosa e non è un luogo comune.
Quella zona rappresentava la periferia della vecchia città romana che, come è noto, aveva il proprio centro verso il Sud, in pratica sicuramente tra Cellarulo, Santa Clementina, Triggio e la Pietà. Costituiva la cosiddetta periferia, dove c'erano delle antiche mura che delimitavano il perimetro cittadino e c'era una strada di collegamento. Sicuramente siamo di fronte a questo tipo di traccia, anche se naturalmente bisognerebbe approfondire andando a scavare, se possibile ai lati dei resti delle mura riportate alla luce. Bisogna vedere, però, se ci sono la volontà e i mezzi per farlo, visto che, specie negli ultimi tre anni, ci siamo trovati di fronte a ritrovamenti ancora più importanti, che purtroppo sono stati prontamente ricoperti o abbandonati a loro stessi come nel caso di via Gennaro De Rienzo. Per quanto concerne la tomba, era usanza abbastanza diffusa nel medioevo di utilizzare gli stessi sepolcri dei romani per seppellire i propri defunti».