Servizio ambulanze senza medici a bordo: scatta il piano dell'Asl

A San Bartolomeo scoperti 7 turni a giugno: scoppia la rivolta

Un intervento dell'ambulanza
Un intervento dell'ambulanza
di Luella De Ciampis
Mercoledì 7 Giugno 2023, 08:56
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L'Asl ha appena dato inizio all'azione di demedicalizzazione delle ambulanze del 118, partendo dai mezzi di soccorso di Ginestra degli Schiavoni e di San Bartolomeo in Galdo. Per quanto riguarda l'ambulanza di Ginestra degli Schiavoni, il provvedimento era stato già adottato nei giorni scorsi, mentre per l'ambulanza di San Bartolomeo, la Centrale operativa del 118 ha predisposto la demedicalizzazione per sette dei turni complessivi da effettuare nel mese di giugno.

Questo è solo il primo passo verso la soppressione della presenza dei medici su 6 delle 10 ambulanze che prestano servizio sull'intero territorio del Sannio, soggetto a una nuova programmazione dei servizi. Soluzioni, queste, non condivise dai sindaci, dalla politica e dalle organizzazioni sindacali dei medici, Cimo-Fesmed, Cigl medici, Fassid Aupi, Uil Fpl e Aupi, che hanno inviato una nota alla direzione strategica dell'Asl, al prefetto Carlo Torlontano e ai sindaci, oltre ad aver proclamato lo stato di agitazione.

«Il provvedimento del responsabile della Centrale operativa scrivono i sindacati è stato adottato nonostante i turni fossero già stati coperti utilizzando le prestazioni aggiuntive. La demedicalizzazione del presidio Psaut di San Bartolomeo è stata predisposta con l'accorpamento funzionale temporaneo con l'ambulanza in dotazione al Saut di Morcone, che, pur trovandosi a 50 chilometri di distanza, è quella più "adiacente". Inoltre, va specificato che l'attuale contingente medico è in grado di compensare efficacemente le carenze di organico, con le prestazioni aggiuntive. Privare le ambulanze del medico, nelle zone geograficamente disagiate depotenzia l'assistenza sul territorio con conseguenti ripercussioni negative sull'erogazione dei Lea, inseriti nella rete delle patologie complesse tempo dipendenti, quali Stroke, Ima e Politrauma.

Condizione, questa, che impedisce di garantire l'equità distributiva dell'offerta sanitaria, impedisce di svolgere l'adeguata funzione di filtro per evitare il sovraffollamento delle unità di pronto soccorso degli ospedali e pregiudica la qualità delle prestazioni».

Per fare un esempio pratico, basta tener conto che la distanza tra Morcone che, almeno al momento, può usufruire di un'ambulanza medicalizzata, e San Bartolomeo in Galdo è di 50 chilometri e di 55 con Ginestra degli Schiavoni. Questo significa che, in caso di pazienti con infarto miocardico acuto, tra i i 50/55 chilometri di percorrenza tra Morcone e i due comuni fortorini e l'arrivo al «Rummo», inserito nella rete Ima, distante altri 50 chilometri, trascorrono quasi due ore, preziosissime per evitare che i tessuti dell'infartuato vadano in necrosi, provocando gravi conseguenze cerebrali o addirittura la morte.

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Sulla vicenda nelle ultime ore, è intervenuto anche il coordinamento di Fratelli d'Italia del Fortore. «Per la prima volta da quando è stato istituito il servizio di emergenza territoriale 118 - si legge nella nota - tutti i 14 comuni della Val Fortore, che occupano un territorio di circa 500 chilometri quadrati, estensione pari a 5 volte quella del Comune di Napoli, attualmente, sono completamente scoperti dell'assistenza medica e sanitaria d'emergenza. Sia l'ambulanza del 118 di San Bartolomeo in Galdo che quella di Ginestra degli Schiavoni, viaggiano senza medico a bordo, mentre manca ancora la disponibilità dell'auto medica. Si tratta di un problema che si ripresenterà anche nei giorni a seguire per cui, i circa 30.000 abitanti dei comuni del Fortore, in caso di codice rosso, dovranno attendere l'arrivo dell'ambulanza del 118 con il medico a bordo, che parte da Morcone o da Benevento. Per questo - è la conclusione -, invitiamo tutti i sindaci dei comuni del comprensorio fortorino, in qualità di massime autorità sanitarie del territorio, a fare squadra, a intervenire nelle sedi opportune e a inviare esposti agli organi competenti al fine di far ripristinare il prima possibile il servizio del 118 in un territorio dove sono assenti sia strutture ospedaliere che unità di pronto soccorso. In caso di situazioni di urgenza ed emergenza da codice rosso, per cui è richiesto un intervento veloce e urgente, viene meno il diritto alla salute e alle cure».
 

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