Invasione di cinghiali nel Sannio, in campo anche l'Università

Dissuasori olfattivi e acustici

Cinghiali nel centro di Benevento
Cinghiali nel centro di Benevento
di Antonio Mastella
Domenica 5 Marzo 2023, 11:19
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Non si ferma la caccia di selezione creata per consentire, lungo tutto l'anno, l'abbattimento dei cinghiali, il cui numero in circolazione nel Sannio, secondo una stima del tutto prudente, arriva a non meno di 13mila capi. Tra gennaio e febbraio ne sono già stati eliminati una cinquantina. Di pari passo, non si arresta la devastazione delle colture, anche se in misura più ridotta, dal momento che le colture particolarmente appetite come il mais, l'uva saranno disponibili solo in estate.

In questo periodo sono i campi seminati a essere i più colpiti; al punto tale che già «ci sono pervenute una decina di denunce dei danni subiti», annota Giuseppe Porcaro, agronomo, funzionario regionale dell'assessorato all'Agricoltura, in forza a Benevento e coordinatore, tra l'altro, delle iniziative programmate dalla Regione per il contrasto alle incursioni dell'ungulato.

Numeri alla mano, in ogni caso, è un avvio del 2023 che lascia sperare in un ridimensionamento dei danni sofferti nel 2022. «Dal primo gennaio al 31 dicembre del 2022 ricorda - ne sono stati eliminati 3000 circa». Il costo, in termini di distruzione, è arrivato a non meno di 400mila euro. Ad aprire, moderatamente, il cuore alla speranza non ci sono solo i risultati dell'attività delle "doppiette". «Contiamo molto sottolinea su altre misure che stanno per vedere la luce».

Caccia di selezione a parte, c'è attesa per l'attuazione di un progetto che la facoltà di ingegneria di Unisannio sta mettendo a punto. Di cosa si tratti, è sempre Porcaro a spiegarlo: «Si tratta di distribuire sul territorio strumenti che, captata la presenza dell'animale, emettono segnali acustici e olfattivi in grado di respingerlo. Entro il 28 del mese in corso il piano dovrebbe essere ufficializzato per chiedere i necessari finanziamenti nell'ambito del Psr, che ammontano a circa 200mila euro».
Intanto, un altro deciso impulso a ridurre ad una dimensione fisiologica la sua presenza potrà venire dall'Ambito territoriale di caccia. Dopo sei anni di regime commissariale, su proposta dell'assessore regionale all'Agricoltura, Nicola Caputo, la giunta ha designato i componenti dell'organismo, il cui compito consisterà nel governo dell'attività venatoria nel suo complesso.

Sono 19, scelti tra esponenti della Regione, delle associazioni venatorie, delle organizzazioni professionali agricole e di quelle di protezione ambientale. Per la prima, sono stati nominati Vincenzo Ciervo, commissario uscente; con lui, Egidio Insogna, Maurizio Balletta e Marino Angelo. A rappresentare le seconde, Luigi Lombardi dell'Anlc, Carmine Sauro dell'Anuu, Luigi Luongo, dell'Arcicaccia, Filippo Venditti dell'Eps, Gianpiero De Lucia, di Enalcaccia, Caludio Rosato della Fidc e Dante Barretta di Italcaccia. Per le organizzazioni agricole, Carmine Fusco (Cia), Antonio Casazza (Confagricoltura), Gerardo Dell'Orto (Coldiretti) e Armando Ciardiello (Copagri). Gianna Volpe (Cai), Luigi La Monaca (Ekoclub International), Paride Parente (Coni-Fipsas) e Dario Rapuano (Enpa), infine, i rappresentanti deputati per le associazioni che si preoccupano della tutela dell'ambientaliste. Segretario dell'organismo, Giuseppe Porcaro.

La prima seduta è fissata per il 15 marzo. Il primo atto sarà l'elezione del presidente. Prassi vuole che l'incarico vada ad un membro del gruppo più consistente, quello delle attività venatorie. Allo stato, non vi è alcuna indicazione di un'intesa in tal senso. «L'auspicio osserva in merito il direttore generale della Coldiretti, Dell'Orto è che si arrivi a una soluzione la più unitaria possibile. La si deve realizzare, nella consapevolezza che ci attende un intenso lavoro di programmazione da destinare alla salvaguardia dell'integrità del territorio». «Ci attende un grande lavoro puntualizza Carmine Fusco, presidente Cia che si incentra soprattutto sulla necessità di affrontare il problema dei cinghiali». Bisogna puntare, a suo giudizio, ad autorizzarne la caccia anche all'interno delle aree protette. «Ma l'obiettivo finale conclude deve essere quello di una filiera che possa consentire anche un ritorno economico per la comunità». È già una buona novità la fine del commissariamento, a giudizio di Antonio Casarza, presidente di Confagricoltura. «È un organismo - chiarisce - che dovrà impegnarsi a favorire l'emersione delle potenzialità del territorio nel rispetto, naturalmente, del mondo agricolo».
 

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