Benevento: danni da grandine ai vitigni: «La Regione velocizzerà gli aiuti»

Le assicurazioni dell'assessore regionale Caputo

Maltempo nel Sannio
Maltempo nel Sannio
di Antonio Mastella
Martedì 26 Settembre 2023, 09:33
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«Ho provveduto immediatamente a convocare un incontro con sindaci e presidenti delle organizzazioni datoriali del settore e di categoria. Insieme, studieremo le possibili misure da assumere a ristoro dei danni, ingenti, che hanno subito gli agricoltori sanniti con le eccezionali avversità atmosferiche di sabato scorso». Lo annuncia l'assessore regionale all'Agricoltura, Nicola Caputo. L'appuntamento è fissato per domani, mercoledì. «Siamo pronti - aggiunge - a raccogliere il grido d'allarme. Saremo velocissimi nell'attuare tutto ciò che rientra nelle nostre competenze». Un impegno a tutto campo dunque, della Regione ma nella consapevolezza che non basterà non essendo sufficiente, ad esempio, il fondo di solidarietà. «Occorre avverte un'azione straordinaria che veda il Governo in prima linea. Più in generale, a fronte di eventi ormai quasi normali, si rende indispensabile creare strumenti strutturali nuovi di tutela delle imprese sia livello nazionale sia europeo».

Certo, il quadro che avrà davanti l'assessore è di quelli da far tremare i polsi, tenuto conto dei danni sofferti dagli imprenditori e delle risorse economiche da impegnare per affrontarli. «Avevo tanti contratti sottoscritti per fornire le mie uve; oggi mi resta pochissimo, da consegnare»: è l'amaro sfogo di Fabio Mortaruolo. Agronomo, giovane imprenditore (36 anni) alla guida di un'azienda di otto ettari da lui creata 12 anni addietro nel territorio di Vitulano, ha assistito alla distruzione di gran parte dei suoi filari di aglianico e falanghina. «È stato un cataclisma - ricorda - che ha devastato non meno di 4mila ettari nell'area compresa tra i comuni più vitati come Vitulano, Casalduni, Ponte, Paupisi, Telese, Torrecuso, Castelvenere.

Ma non per questo - annota - altre zone del Sannio non sono state coinvolte, sia pure in misura minore».

La grandine, in sostanza, ha compromesso in particolare la vendemmia lungo tutto l'areale del Calore, partendo da Telese per giungere a Benevento. Il dramma per Libero Petraccaro, imprenditore agricolo di Torre Palazzo, frazione di Torrecuso, è cominciato a maggio. «Gli eventi atmosferici di sabato, aggiungendosi ai danni prodotti dalla peronospora, mi hanno mandato in rovina tanta parte dei cinque ettari coltivati ad uva e dei 3 di uliveti. Un colpo che si è sommato a quello inferto, dalla pioggia eccessiva prima e dalla siccità prolungata poi, ai 5 di cerealicoltura ed ai 2 ad ortaggi». «Ne siamo usciti dilaniati» sottolinea a sua volta Annibale De Filippo, alla guida di un'impresa di 16 ettari che produce, mediamente, circa 3000 quintali di uva: «È stato spazzato via osserva almeno il 50% del possibile raccolto». Ma non finisce. «Quel che è sopravvissuto alla grandine - spiega - ha perso gran parte delle sue proprietà. Riusciremo anche a consegnare ai trasformatori qualcosa ma è chiaro che i 70 euro al quintale pattuiti per la falanghina ed i 75 per l'aglianico possiamo scordarceli».

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Le amministrazioni dei Comuni dove più si è materializzata la furia degli eventi si stanno mobilitando. È subito sceso in campo il sindaco di Vitulano, Raffaele Scarinzi, con la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale inoltrata alla Regione. Stessa iniziativa assunta da Antonello Caporaso, primo di cittadino di Ponte. «Ci siamo attivati - chiarisce - inviando una Pec all'assessore regionale Caputo ed al ministro Lollobrigida accompagnandola con dovizia di foto; nei prossimi giorni saremo in grado anche di dare una dimensione al danno economico. Certo è che con quella dei vigneti, si è compromessa in gran parte anche la raccolta di olive». A centinaia gli ettari travolti a Casalduni. «In alcuni casi - puntualizza il sindaco Pasquale Iacovella - è andato perduto il 90% dei grappoli. Domani (oggi per chi legge) solleciteremo il riconoscimento dello stato di calamità con i colleghi di Ponte, Paupisi, San Lupo, Casalduni, Torrecuso». Da un calcolo, prudentissimo, di quanto è andato distrutto nella zona si evince che non meno di 70mila quintali siano finiti nel fango. «Nella nostra piana - afferma il sindaco di Telese Giovanni Caporaso - i nostri viticoltori hanno subito perdite ingenti. Si impone la necessità del riconoscimento dello stato di calamità». 

 

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