«Ad aprile, questa associazione aveva già sottolineato che il “sistema” emergenziale aveva riservato alla parte più fragile del territorio sannita, come il Fortore, minori quote di servizio. I dati Agenas di maggio scorso non avevano certo smentito che sul territorio non ci fossero servizi appropriati e in aderenza alle disposizioni normative che regolano il funzionamento della rete emergenza/urgenza». Così, in una nota, Nicola Boccalone, rappresentante dell'Assemblea di territorio del Tribunale dei diritti del malato. Che ripercorre gli ultimi episodi più critici verificatisi negli ultimi mesi: «Luglio, Ginestra degli Schiavoni: un’ambulanza arriva senza medico e il medico successivamente arriva con ritardo. Epilogo drammatico. Agosto, Castelfranco in Miscano: ciclista cade rovinosamente. Sul luogo dell’incidente arriva l’ambulanza demedicalizzata di Ginestra degli Schiavoni, dopo circa 45 minuti dalla chiamata in centrale. Sul posto c’è già l’ambulanza demedicalizzata inviata dalla centrale operativa di Foggia che ha attivato anche l’elisoccorso con il medico a bordo, trattandosi di un codice rosso. L’ambulanza con il medico a bordo inviata dalla centrale operativa di Benevento impiega circa un’ora per arrivare da Benevento. Un inutile viaggio». E aggiunge: «Ferragosto, San Bartolomeo in Galdo. Altra tragedia. Muore durante i soccorsi».
«Dallo scorso primo luglio - precisa sempre Boccalone -, l’Asl ha demedicalizzato quattro ambulanze su dieci, attivando due automediche con procedura di esternalizzazione del servizio. I fatti raccontati portano a chiedersi se l’implementazione del servizio, così come articolato, sia in armonia con il quadro delle regole, con un giusto equilibrio tra prestazioni aggiuntive da richiedere agli operatori del settore e possibili ipotesi di esternalizzazione del servizio». A suo avviso, dunque, «l'associazione ritiene doveroso avviare una procedura di accesso agli atti affinché emergano con chiarezza l’insieme degli atti di riferimento dell’attuale sistema emergenziale.