La tragedia sfiorata in piazza Duomo: «Abbattere l'edificio»

La minoranza attacca Mastella: "Il centro storico cade a pezzi, pericoloso anche camminare"

La tragedia sfiorata in piazza Duomo: «Abbattere l'edificio»
La tragedia sfiorata in piazza Duomo: «Abbattere l'edificio»
di Anna Liberatore
Venerdì 29 Settembre 2023, 09:43 - Ultimo agg. 10:03
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Sono le 20,40 esatte quando la centrale dei vigili urbani viene allertata dalle forze di polizia di un incidente avvenuto in piazza Duomo: un ragazzo di 30 anni è stato sfiorato da una mattonella in marmo che si è staccata dall'edificio ideato per essere un museo d'arte moderna ma eternamente incompiuto: il «mamozio», come lo chiamano in molti in città.

È mercoledì sera, sul posto arrivano gli operai della pubblica incolumità della municipale ed i vigili del fuoco. Il pezzo di marmo, caduto da un'altezza di circa 4-5 metri, ha colpito di striscio il giovane colpendolo sul piede. Per lui, fortunatamente, solo un giorno di prognosi, come disposto dai sanitari in ospedale.

Una tragedia sfiorata che ha sollevato la necessità di rivedere la sicurezza della costruzione. L'area dell'incidente attualmente è transennata. Il pezzo di marmo caduto è ancora lì. Nella serata dell'incidente sia la municipale che i caschi rossi hanno provveduto ad esaminare l'edificio.

Da un primo riscontro non sembrerebbero emergere elementi di criticità, ma l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Mario Pasquariello, ha dato mandato al dirigente del settore, Antonio Iadicicco, di predisporre, con urgenza, tutti gli accertamenti per valutare la sicurezza del luogo e stabilire se ci sono le condizioni per riaprire lo spazio transennato. Ma quale sarà il destino della struttura di piazza Duomo? «Per l'edificio di piazza Duomo ha detto Pasquariello abbiamo ricevuto un finanziamento di 750mila euro per la progettazione da parte della presidenza del Consiglio dei ministri vincendo il bando Italia City Branding e risultando tra le prime 30 città d'Italia. Intanto sono in corso le procedure per affidare la progettazione, poi decideremo a cosa destinarlo. Nel frattempo non siamo rimasti a guardare: abbiamo disposto anni fa l'arretramento del cantiere, liberando il marciapiede, e su input del sindaco abbiamo rimosso la gru che dominava sull'edificio per tutelare la pubblica incolumità. Mi dispiace per l'incidente occorso al ragazzo, voglio esprimergli tutta la mia vicinanza e l'amarezza per un episodio imprevedibile ed imprevisto».

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Più tranchant il sindaco Clemente Mastella che interpellato ieri mattina dai giornalisti, a margine di un evento sulla comunicazione all'Unisannio, ha commentato: «Bisogna abbatterlo il "mamozio". Abbatterlo o ricostruirlo, è l'unica soluzione. Non vorrei che la colpa di quanto accaduto ricada su chi oggi amministra e non su chi l'ha costruito». «Un episodio emblematico ha affermato il consigliere comunale di opposizione e segretario provinciale di Azione, Vincenzo Sguera -. Quanto accaduto in piazza Duomo restituisce l'idea di una città in decadenza, per non dire che cade a pezzi. Si è sfiorata la tragedia ma la fortuna è stata dalla nostra parte e al giovane vanno gli auguri di pronta guarigione. Alle istituzioni, invece, l'invito a fare qualcosa e subito. Perché nessuno può dirsi sorpreso di ciò che è successo. Su piazza Duomo devo evidenziare che in passato più volte sono intervenuto (non con proteste ma con proposte) per sollecitare un'azione risolutiva di una situazione non più sostenibile. E invece niente. Così come per il Malies e il parcheggio di Porta Rufina. Anzi, a ogni richiesta è seguita un'alzata di scudi da parte dell'amministrazione. E allora lancio un appello a tutte le donne e gli uomini di buona volontà presenti in Consiglio, al di là delle appartenenze partitiche e politiche: quando è in gioco l'interesse comune di Benevento facciamo squadra senza scadere in inutili contrapposizioni». La consigliera Giovanna Megna di Civico 22 incalza: «La fortuna ha evitato una tragedia. L'accaduto evidenzia ciò che diciamo da mesi, si è preferito spendere i cospicui fondi a disposizione in zone che davvero non ne avevano bisogno, come l'Arco di Traiano, e non mettere mano a completare qualcosa di già avviato, come se dare continuità al passato fosse una diminutio».
 

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